TvBlogger per l’estate 2007/25
Per la nostra rubrica Tv Blogger per l’estate, pubblico nuovamente un interessante e dettagliato articolo di Expedit dedicato ad Enrico Mentana e al cambiamento del suo modo di fare giornalismo nell’ultimo periodo.Un Mentana a strisce gialle e nere di Expedit-BorisOggi mi ritrovo a parlare di un bravo giornalista italiano: Enrico Mentana. Dopo 12 anni alla
Per la nostra rubrica Tv Blogger per l’estate, pubblico nuovamente un interessante e dettagliato articolo di Expedit dedicato ad Enrico Mentana e al cambiamento del suo modo di fare giornalismo nell’ultimo periodo.
Un Mentana a strisce gialle e nere
di Expedit-Boris
Oggi mi ritrovo a parlare di un bravo giornalista italiano: Enrico Mentana. Dopo 12 anni alla direzione del Tg5, il buon Enrico, viene “fatto fuori” dalla direzione del “suo” telegiornale. Dopo alcuni mesi, lo stesso Mentana ritorna in tv con un prodotto che dovrebbe essere del tutto nuovo. Ovvia e palese la concorrenza ad un Bruno Vespa che nel frattempo, dopo aver scalzato lo storico MCS provocandone la chiusura, raccoglieva a pieno il vento nelle proprie vele, portando il suo “Porta a Porta” ad ascolti elevatissimi nella seconda serata di RaiUno. Enrico Mentana non è certo uno sprovveduto. Reduce infatti da una apprezzabile direzione di un Tg5 a cui molti “meriti” vengono riconosciuti (un esordio da oltre 7 milioni, nel 1999 il Tg5, grazie alla brava Cesara Buonamici, fu il primo ad accorgersi che, riguardo il referendum in atto sul maggioritario, non si sarebbe raggiunto il quorum, sino a giungere allo storico sorpasso sul Tg1), il giornalista prima Rai e poi Mediaset, è apparso uno dei pochi capace di contrastare la corazzata Vespa. E lo avrebbe fatto con un programma di approfondimento di nome “Matrix”.
Grande la curiosità iniziale, motivata soprattutto dalla presentazione della trasmissione fornita dallo stesso Mentana in interviste rilasciate qui e lì, con dichiarazioni del tipo:
Come sarà «Matrix»?
«Un misto di informazione e intrattenimento, nel senso che si approfondiranno i temi di attualità all’interno di un programma con una precisa struttura. Troppo spesso in tv i prodotti giornalistici sembrano un semplice allungamento dei tg. Stesso linguaggio, stesse facce, stessi studi. Noi, invece, saremo insoliti e imprevedibili. Niente schemi e triti rituali. C’è l’attentato e fai la scheda. Ti occupi delle intercettazioni e imposti il classico dibattito pro o contro. Niente di tutto questo».
I suoi ospiti saranno seduti su sgabelli e non su comode poltroncine. È una scelta casuale?
«No, preferisco che chi viene da me sia un po’ scomodo. Chi si stravacca su una poltrona è meno reattivo. Se stai seduto in pizzo, come si dice a Roma, sei più portato a non appisolarti».
La premessa è chiara: “E’ inutile – dice Mentana, ora direttore editoriale delle news Mediaset – cercare di fare quello che Vespa certamente fa meglio di noi”. E anticipa che si tratterà di un programma “più giovane per scelte espressive e tematiche”, che “non avrà necessariamente, tra i suoi ospiti, i capigruppo al Senato o i segretari di partito”, tanto meno “i prevedibili invitati che si alternano nei programmi già esistenti”. Un programma “che si costruirà il suo pubblico, pescando soprattutto tra quelli che ancora non si rivolgono all’approfondimento“.
Beh, tutte premesse che mi portavano a pensare ad un programma, seppur in concorrenza, ben diverso dal noto talk di Bruno Vespa su RaiUno. Il tutto confortato dal nome dell’autore del programma stesso, fortemente voluto da Enrico Mentana, ovvero Davide Parenti, il noto autore de “Le Iene” su Italia 1, forse il programma più dissacrante della televisione italiana.
Cosa voglio dire con tutto questo? Voglio dire che Mentana, in origine, aveva impostato il suo programma in maniera completamente diversa alla diretta concorrenza. Le sue intenzioni erano quelle di essere sì il contraltare di Vespa, ma anche quella di evitare, comunque, la creazione di un programma gemello. Lo stesso Mentana infatti dichiara di rivolgersi a tutt’altro pubblico.
Conforta poi questa mia osservazione con questa dichiarazione:
Chissà come sarà contento Vespa…
«Chiariamo subito, non sono l’anti-Vespa. Andiamo in onda contemporaneamente solo due volte a settimana. Ma in Italia c’è posto per tutti. Convivono sette tg e non possono convivere due programmi di attualità? Per di più così diversi? Sarebbe insensato contrapporli. Uno ha appena festeggiato le mille puntate e l’altro sta per nascere su una tv commerciale, nell’orario in cui si è interrotta la gloriosa storia del “Maurizio Costanzo Show”».
Ed è qui che volevo arrivare. Dopo oltre due anni di programmazione è di certo possibile esprimere qualche commento nel merito. In realtà, la prima edizione ha realmente seguito tutte quelle che erano le premesse che Mentana aveva ben delineato. Il programma, seppur nella stessa forma inevitabile del talk, appariva ben diverso dal “Porta a Porta” di Bruno Vespa. Diversa soprattutto l’impostazione. Gli ospiti non laterali al presentatore, come facenti parte di una commissione giudicante, ma tutti frontali al bravo Mentana, quasi come fossero tutti sotto accusa o sotto giudizio. Servizi realizzati nello stesso stile delle Iene, ben diverso da quello utilizzato nei classici e tradizionali servizi di Bruno Vespa. Ma soprattutto, oltre queste differenze che io mi sono divertito a ravvisare, erano ben diversi gli argomenti trattati. Tante le puntate dedicate ad Oriana Fallaci, tema sicuramente di nicchia. Interessanti e numerose quelle dedicate alle varie teorie esistenti riguardo il “purtroppo famoso” 11 settembre. Insomma, Mentana aveva realmente lasciato a Vespa, come lui stesso aveva dichiarato, gli svariati casi di cronaca nera “romanzati” , che si parli di Cogne o Novi Ligure. Certo Matrix nel primo anno non è divenuto leader di fascia. Questo era un risultato però tranquillamente preventivato; quando ti scontri contro una corazzata, inizialmente puoi scalfirla, mai abbatterla. Davo atto però ad Enrico Mentana la volontà di costruirsi un proprio pubblico, evitando le inutili ed innumerevoli puntate-processo sui drammi della cronaca nera.
Ad essere sincero, nella seconda edizione credevo che Enrico Mentana avrebbe continuato su questa stessa linea editoriale, e che su quegli sgabelli annunciati, subito divenute comode poltroncine bianche, non avrei mai visto accomodati gli oramai famosi e tristemente onnipresenti protagonisti di Cogne o chi per esso. Invece è proprio qui che Enrico Mentana mi ha deluso. Quest’anno, complice il succedersi di numerosi casi di cronaca, il giornalista milanese ha istaurato una vera e propria gara con Bruno Vespa. Umano, sarebbe ipocrita affermare il contrario, ma incoerente, viste le iniziali dichiarazioni. Una gara oramai rivolta all’accapararsi l’ospite più significativo del caso in esame. Ancora, una gara indetta da entrambi, nel tentativo di identificare la propria trasmissione con il delitto più in voga, quasi come fonte ufficiale ed esclusiva di tutti gli aggiornamenti relativi al caso in esame. In parole povere? Ciò che ha fatto Vespa con il caso di Cogne in tutti questi anni.
E tutto ciò, nello stesso modo, è avvenuto con lo scottante ed ancora irrisolto caso di Rignano, a Matrix. Una bravura apparente, improntata oramai sul numero di genitori portati in studio, o di maestre coinvolte, possibilmente in esclusiva. Che tristezza!
Ma, attenzione, che non si equivochi il mio discorso. Non chiedo certo che sia precluso ad entrambi di parlare di casi come Cogne. D’altronde la stessa inutile gara avviene anche con argomenti di ben altra rilevanza sociale. “Vallettopoli” ne è l’esempio. Sembra quasi che i due si sfidino in paradossali gare del tipo “Chi riuscirà a portare più ospiti coinvolti direttamente o indirettamente nello scandalo?”. Il tutto, contorniato da paradossali interviste a persone di solito dedite a ben altro.
Ed ora Mentana, forse incoraggiato dai buoni risultati auditel ottenuti quest’anno, ha intrapreso una interessante iniziativa. Il suo Matrix occuperà tutti i venerdì dell’estate. Ricucci e Corona sono stati i protagonisti delle prime due puntate, entrambi capaci di catalizzare l’attenzione pubblica in questi caldi e vuoti venerdì sera estivi. La mia impressione è che Mentana stia calcando molto la mano su questi temi, con la ovvia intenzione di espandere ancora più il suo numeroso pubblico. Argomenti così popolari attirano inevitabilmente l’attenzione. Inutile essere ipocriti. Sembra quasi voler dire “non parlerò più dell’11 settembre, annoiandovi con le varie teorie”….”state qui, dopo Corona mi gioco la carta Moric!!”.
E non finisce qui. Sono sempre stato d’accordo con chi evidenziava l’estremo cinismo di Bruno Vespa. Vorrei averla sognata la puntata del suo “Porta a Porta” in cui gironzolava per lo studio con in mano un sabot ed un mestolo di rame. Ancora più, vorrei che fosse opera di una parodia della Premiata Ditta, un Bruno Vespa intento a far entrare lo stesso mestolo in un calzino, simulando tutto ciò che diveniva oggetto del processo più famoso di Italia.
Ma Mentana non è stato certo da meno. Ha ideato ora, sotto il marchio Matrix, la “docu-fiction”. La prima andata in onda lo scorso 20 giugno. Attenta e scrupolosa ricostruzione dei delitti realmente avvenuti, in puro stile fiction. La prima era incentrata sul delitto di Erba, già oggetto di infinite puntate sia di Bruno Vespa che di Enrico Mentana. Vi sembra utile? Ineccepibile la realizzazione tecnica, forse fin troppo professionale tale da “chiudere lo stomaco”. Ma è davvero necessario realizzare questo prodotto, proponendolo in prima serata? La fame di delitti atroci degli italiani, non può essere oramai neppure ripagata con le innumerevoli pagine di quotidiani, infiniti servizi di telegiornali e numerose seconde serate di agonia? Abbiamo davvero bisogno di vedere con i nostri occhi ciò che realmente è accaduto?
Beh, i risultati auditel sembrano rispondere negativamente a ciascuna di queste mie domande, ma nonostante ciò, Enrico Mentana, ha già dichiarato la prossima sicura realizzazione di altre docu-fiction.
Il mio pensiero rimane nonostante tutto sempre lo stesso. Enrico Mentana, sul quale molti di noi avevamo contato per far rinsavire il prode Vespa, magari mettendogli sotto gli occhi la differenza esistente tra uno studio televisivo ed una aula di tribunale, luoghi diversi se non fosse per il Dio dell’Auditel, personalmente mi sta deludendo.
Ecco Aldo Grasso, noto critico televisivo, cosa riferisce riguardo Enrico Mentana…
“A volte Enrico Mentana è vittima della sua stessa furbizia, la sua proverbiale furbizia.
Aldo Grasso
Riconosciamo all’auditel il merito di aver fatto una altra vittima….questa volta una grande vittima.”