Intervista a Nicola Canonico, il naufrago dell’Isola 5
Di Nicola Canonico, al tempo dei primi rumors che lo vedevano tra i partecipanti più accreditati dell‘Isola5, si sapeva ben poco. E quel poco ve lo abbiamo raccontato noi, illuminandovi sul suo percorso professionale e sul suo volto, ancora non troppo noto. Dalle sfilate “per gioco” al posto assicurato in banca, fino al licenziamento per
Di Nicola Canonico, al tempo dei primi rumors che lo vedevano tra i partecipanti più accreditati dell‘Isola5, si sapeva ben poco. E quel poco ve lo abbiamo raccontato noi, illuminandovi sul suo percorso professionale e sul suo volto, ancora non troppo noto.
Dalle sfilate “per gioco” al posto assicurato in banca, fino al licenziamento per darsi anima e corpo alla recitazione, Canonico si è gettato alle spalle una laurea in economia per lavorare nel mondo dello spettacolo.
Il giovane attore ha deciso di raccontarci qualcosa in più su di sé in un’intervista esclusiva, alla vigilia di un’edizione ambiziosa e onerosa per tutti:
“Vi prometto che scioglieremo tutti le riserve sull’Isola”.
Clicca qui per leggere il suo curriculum o prosegui nella lettura dell’intervista.
Non ancora conosciutissimo dal grande pubblico, hai un’importante gavetta di recitazione alle spalle. Come si è incrociato il tuo percorso professionale con l’Isola e cosa ti aspetti?
L’Isola è arrivata come una bomba caduta dal cielo, un uragano all’improvviso nella mia vita. Ovviamente mi ha fatto sbandare, perché uno insegue un certo tipo di percorso e non immagina di fare una cosa del genere. Ho avuto un colloquio con gli autori per capire la situazione, mi sono fatto consigliare da addetti ai lavori, il regista, qualche amico che fa il casting director. L’auspicio è quello di consolidare il mio percorso attoriale.
Hai fatto un casting particolare per partecipare o sei stato contattato come tutti gli altri? Hai notato comportamenti diversi della produzione verso gli altri concorrenti o c’è “uguaglianza”? (domanda del lettore Nonsonodante)
Sono stato convocato come tutti gli altri, in un incontro con Giorgio Gori e i suoi collaboratori. I colloqui sono individuali, perciò non riesco a fare una comparazione con i miei colleghi.
Conoscevi già qualcuno dei tuoi futuri compagni di avventura? Con chi hai legato di più finora?
Conoscevo giusto Lisa Fusco, perché è partenopea come me ma non la vedevo da 4 anni. Con lei posso dire che si è già instaurato un bel rapporto. La Caprioglio l’ho incrociata in un’ospitata a Festa Italiana a cui partecipammo insieme. Comunque si tratta di conoscenze occasionali. A livello di simpatie mi trovo bene con la Trevisan, ma anche con Cecchi Paone e Debora Salvalaggio. Poi si sa che i caratteri i primi giorni sono tutti carini, ma l’impatto è stato positivo. Mi agevola il mio carattere, sono estroverso, solare e vado d’accordo con tutti.
Cosa ti mancherà di più della vita quotidiana nella tua esperienza sull’Isola? (domanda del lettore Xello)
Sicuramente i familiari, gli amici, le cene all’insegna del cantare e del ballare, l’ubriacarsi. Mi mancheranno i sorrisi, i tanti occhi, la grande umanità di chi mi circonda. L’Isola per me non è una fuga, è un arrivederci. E’ un eccomi qua.
Si dice che la permanenza, quest’anno, sarà più agevole e con meno ristrettezze… Ce lo confermi?
Magari. Me lo auguro proprio ma noi siamo sempre gli ultimi a sapere le cose.
Com’è andato il corso di sopravvivenza in Trentino? Raccontaci qualche aneddoto, magari partendo dalle voci sul rifiuto di Malgioglio a dormire con te…
E’ stata una gita scolastica dove hanno primeggiato lo sfottò e l’ironia. Poi ovviamente c’è stata anche la parte atletica, abbiamo provato ad accendere il fuoco e ci siamo misurati in varie prove fisiche. Ad esempio corse, circuito su seggovie, scalate, arrampicate su corda. I tre giorni preliminati sono stati positivi. Ha vinto l’entusiasmo e c’era un clima spumeggiante. Malgioglio, è vero, ha dormito con la Caprioglio ma non mi è mai risultata un’assegnazione diversa per cui avremmo dovuto dividere la stanza. Io ero con Belmondo e Paone.
Che rapporto hai instaurato con la conduttrice Simona Ventura?
Molto tranquillo. Lei è solare come la vedete, ma anche molto seria. Ci segue in tutto e per tutto. E’ stata con noi a Molveno. Ora ci aspetta una grande cena il 14 a cui presenzierà anche lei, mentre il 15 settembre si parte.
E’ vero che sei amico di Raffaello Balzo e che la tua partecipazione all’Isola è stata caldeggiata da Balzo? (domanda del lettore Stanley)
Non è affatto vero. E’ tutto merito del mio agente, Rosaria Cicolani della Take Off. Magari avessi tutta questa forza per farmi raccomandare. Ho saputo di essere stato preso dall’Isola quasi dai giornali.
E invece in molti ti identificano nel nuovo Balzo o in Luca Calvani. Senti di avere qualcosa in comune con i tuoi predecessori giovani e aitanti?
Io mi identifico in Canonico, ho sempre avuto una mia integrità e personalità. Non mi riconosco in nessuno dei due per quanto possa averne stima. Nessuno mi ha regalato niente. Sono uno che nella vita ha sempre lottato, si è messo in discussione. Sono un ragazzo come tutti quanti voi, uno che punta all’iceberg e che vuole realizzare il suo sogno, uno che se la gioca.
Quanto credi durerà la tua esperienza sull’Isola? (domanda del lettore Xello)
Tantissimo. Il mio motto potrebbe essere: un giovane che ce la fa, che ha rischiato dopo le tante porte in faccia ricevute. Spero di dimostrare chi sono e di uscirne a testa alta.
E’ stato più difficile decidere di lasciare alle spalle il passato e la laurea in economia e commercio per un futuro da attore o scegliere di sbarcare sull’isola dei famosi con il rischio di perdere di credibilità? (domanda del lettore Antoine)
Bella domanda. Non ho neanche bisogno di pensarci. La scelta più difficile è stata quella di lasciare la banca. Per un giovane del Meridione, dove la disoccupazione è alta, mollare la banca a 500 metri dalla propria casa è un vero salto nel buio. Non ha termini di paragone né con l’Isola né con la credibilità dell’Isola. Io, quando ho mollato tutto, non avevo niente se non un sogno da realizzare. Studiavo economia e la sera mi dedicavo al teatro recitando per alcune compagnie. Il mio primo debutto teatrale è stato nella Bottega dell’orefice, un’opera di Giovanni Paolo II. Rappresenta un amuleto, la mia benedizione.
Qualsiasi cosa, togliendo il pregiudizio sul format, sul trash e sulla tv spazzatura, dipende da come la si faccia. Prendo ad esempio Luca Argentero, che è arrivato a recitare con Ferzan Ozpetek partendo dal Grande Fratello. Poi mi viene da pensare a Raz Degan, che non ha fatto reality ma è sempre stato un prodotto televisivo di moda: ultimamente ha recitato in un film da protagonista con un maestro del cinema come Ermanno Olmi (Centochiodi ndr). Sono tutte cose che fanno onore a loro. Anche Ambra Angiolini, lanciata dalla televisione popolare, ha fatto la madrina per il Cinema di Venezia.
Io, personalmente, ho sempre affrontato le cose con serietà e professionalità. Cercherò di riempire questa vetrina di mille colori e sfumature impregnandola di Nicola.
Come mai, nonostante la tua passione per la recitazione, hai incominciato a fare il modello?
Ho partecipato per caso, giovanissimo, al concorso Il più bello d’Italia perché un’amica mi martellava. La moda è stata un gioco, non mi sono mai trasferito a Milano. Facevo il modello per passatempo dalle mie parti, salvo qualche sfilata a Roma per stilisti importanti. Era un modo per divertirsi e per arrotondare ma non mi sono mai considerato un modello e non la reputo la mia professione.
Cosa ti aspetti dal futuro? Pensi che l’Isola possa aiutarti ad affermarti come attore o potresti dedicarti ad altro?
Il mio sogno non è mai stato L’Isola. Questa è solo una deviazione di un percorso ben preciso, che mi porterà a fare quello che ho sempre fatto. La mia ambizione rimane quella di un film da protagonista al cinema e il reality è una scorciatoia che mi riporterà sulla strada principale. Spero di realizzare il grande sogno della mia vita: quello di diventare un bravo attore.
Quindi niente più fiction nel tuo curriculum?
La fiction, talvolta, ha ritmi più frenetici. Al cinema c’è più qualità e poi ho più esperienze in questo campo. Comunque vada, mi basta stare sul set per essere più contento.