Cecchi Paone e L’Isola dei Famosi – Un Don Chisciotte fuori target
Alessandro Cecchi Paone ha dato spettacolo ieri sera, nel corso della prima puntata de L’Isola dei Famosi, nuovamente in diretta dall’Honduras, come l’anno scorso. Il giornalista ha polemizzato con Simona Ventura a proposito del regolamento del reality. A chi – come il sottoscritto – si aspettava dal Paone una boutade di qualsivoglia genere – quasi
Alessandro Cecchi Paone ha dato spettacolo ieri sera, nel corso della prima puntata de L’Isola dei Famosi, nuovamente in diretta dall’Honduras, come l’anno scorso.
Il giornalista ha polemizzato con Simona Ventura a proposito del regolamento del reality.
A chi – come il sottoscritto – si aspettava dal Paone una boutade di qualsivoglia genere – quasi sperandoci, segretamente -, le argomentazioni saranno sembrate misere.
Il Paone, infatti, non si scagliava contro il reality show come concetto – come fece all’epoca dei Telegatti – né contro la tv spazzatura, né contro il sistema. Non combatteva, insomma, alcuna battaglia contro i mulini a vento.
No. Il Paone contestava il meccanismo stesso del gioco, dopo aver accettato di farne parte. Si rifiutava infatti di partecipare alla nomination segreta – must di qualsiasi reality che si rispetti – ritenendola esemplificativa di un atteggiamento di prevaricazione nei confronti dei più deboli. La curiosa morale del Paone, che pur trovava una Ventura impreparata ad accoglierne gli strali, lasciava così interdetti anche coloro che prima non avrebbero voluto vederlo concorrente, poi avrebbero sperato in una sua deriva pacata e volta a costruire un clima da tv-non-trash.
Un tennista rifiuterebbe di considerare out un suo colpo in corridoio? Uno scacchista pretenderebbe di muovere gli alfieri come i cavalli? Le regole del gioco, una volta accettate, andrebbero rispettate: per contestarte il sistema ci sono altri tempi e altri modi, e forse bisognava pensarci prima.
La produzione, comunque, accettava di concedere al Paone la possibilità di fare la sua nomination palesemente – ciò, ammesso che il tutto non fosse in qualche modo concordato, per accelerare i tempi di un surplace gordianamente irrisolvibile – e lui nominava Belmondo con una motivazione appositamente risibile: perché è francese. Si fosse limitato a quest’ultima sparata, allora forse si sarebbe potuto rivalutare tutto.
Ma il novello Don Chisciotte de noantri ha sbagliato target. Voi che ne pensate?