“Era mio fratello”: una storia sulla ‘Ndrangheta per Raiuno
Torna alla sua collocazione “canonica” la fiction di Raiuno, dopo il posizionamento straordinario della settimana appena passata per via di Miss Italia al mercoledì ed al giovedì. Mentre Canale5 vuole attirare un pubblico alla ricerca di qualcosa di leggero (stasera con “Caterina e le sue figlie 2” e da domenica prossima con “Un ciclone in
Torna alla sua collocazione “canonica” la fiction di Raiuno, dopo il posizionamento straordinario della settimana appena passata per via di Miss Italia al mercoledì ed al giovedì.
Mentre Canale5 vuole attirare un pubblico alla ricerca di qualcosa di leggero (stasera con “Caterina e le sue figlie 2” e da domenica prossima con “Un ciclone in famiglia 3”), la rete ammiraglia Rai propone miniserie più impegnate.
E’ il caso di “Era mio fratello”, in onda stasera e domani in prima serata, con protagonisti Paolo Briguglia e Stefano Dionisi.
La storia è quella di due fratelli, figli di un capo clan della ‘Ndrangheta, che riescono a salvarsi dalla strage in cui perdono la vita i genitori. Da quel momento i due intraprenderanno strade diverse: Sante (Dionisi), scappa verso l’abitazione del boss Giuseppe Palmisano (Adriano Chiaramida), che lo accoglie in casa ed alleva assieme al figlio Michele (Maurizio Aiello), crescendo nell’ambiente malavitoso, fino a diventare un capo cosca.
Luca (Briguglia), invece, viene adottato da Vincenzo (Enzo De Caro), un comandante dei GIS ( il Gruppo Intervento Speciale dei carabinieri).
Vent’anni dopo, Vincenzo si troverà a lavorare sotto copertura come infiltrato proprio nel clan dei Palmisano, con lo scopo di arrestare il fratello di Luca, nel frattempo sposatosi e con un figlio.
Tallonato dal colonnello Paolo Cento (Massimo Ghini), Vincenzo scoprirà presto la verità, e una volta detta al figlio, quest’ultimo non potrà non essere coinvolto nelle vicende del fratello latitante.
Girato fra Reggio Calabria, Palmi, Catona, Melito e Pentadattilo, “Era mio fratello” si presenta come una miniserie poliziesca, con momenti d’azione e colpi di scena, contaminata da elementi drammatici, garantiti da personaggi come la moglie di Sante, Maria (interpretata da Anna Valle), costretta dal marito a cambiare continuamente residenza con il figlio e la scelta di intrecciare alla storia principale quella dei due fratelli che si sono persi di vista dopo la scomparsa dei genitori.
Inoltre, viene trattato un tema poco frequentato dalla fiction, ossia la ‘Ndrangheta, che viene rappresentata attraverso il clan dei Palmisano in un modo piuttosto realistico.
Al tempo stesso, però, il messaggio che si è voluto far prevalere nel film è quello di sapersi opporre e dire di no alle imposizioni ed alle ingiustizie, per costruire un futuro migliore.
Il regista Claudio Bonivento (che ha diretto, tra l’altro, “Il pirata- Marco Pantani” e “Il grande Torino”), in conferenza stampa ha sottolineato l’importanza del cast nella realizzazione di un buon prodotto, ed assieme al capostruttura di RaiFiction Francesco Nardella ha ricordato Achille Manzotti (storico produttore delle commedie anni ’80 con Renato Pozzetto), di cui questo film è l’ultima produzione, prima che venisse a mancare lo scorso 20 luglio.
La miniserie è stata scritta da Claudio Corbucci e Donato Carrisi, ed è stata prodotta da RaiFiction in collaborazione con Faso Film.