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LA FAVOLA DELLA BELLA GNOCCA SENZA TESTA NON LA BEVE PIU’ NESSUNO

La frase da cui parto è esattamente questa: “La favola della bella ragazza comune alla ricerca del compagno ideale ormai non se la beve più nessuno”. Giustissimo. L’ ha scritta Lord Lucas e io l’ho tradotta. Nel senso che nessuno di noi ha dimenticato, nè potra mai dimenticare la battuta pronunciata, se non vado errato,

1 Ottobre 2007 15:00

angela artosin tronista uomini e donneLa frase da cui parto è esattamente questa:

“La favola della bella ragazza comune alla ricerca del compagno ideale ormai non se la beve più nessuno”.

Giustissimo. L’ ha scritta Lord Lucas e io l’ho tradotta. Nel senso che nessuno di noi ha dimenticato, nè potra mai dimenticare la battuta pronunciata, se non vado errato, in casa di Michele Santoro, “Annozero”, da un suo ospite (prof universitario?) che suonava più o meno così, riferita a una gentile signorina presente in studio: “Una gnocca senza testa”.
E’ vero che si fa presto in tv a dimenticare le frasi storiche ma a volte le cose non vanno nello stesso modo. “O Roma o morte” avrebbe detto Garibaldi- che non piace a Bossi- e le parole sono rimbalzate nel tempo fino ad arrivare a noi anche in una versione comica: “O Roma o Orte”, credo che l’abbia pronunciata Renato Rascel che è stato corazziere e pirata ma non garibaldino.
“Gnocca senza testa” resiste e la si sente venire alle labbra sempre più spesso quando si guardano le tv. Ci sono, è ovvio, le gnocche senza testa ma ci sono le gnocche con la testa. Non voglio pensare che esistano le teste senza gnocca. Ma fermiamoci qui.
La frase sopra citata è importante perchè registra un cambiamento di fondo. Nella trappola della favola non ci casca più nessuno. Ma gli autori senza idee ancora ci provano facendo affidamento sul rincoglionimento generale del pubblico o semplicemente ritenendo ancora valida la formula del cinema old america secondo la quale uno strillone di giornali può diventare un grande direttore di testate prestigioso.
Lo andassero a raccontare al califfo, come si diceva una volta prima del fondamentalismo islamico.
Il cambiamento c’è , lo praticano le ragazze (per favore smettiamola di chiamarle gnocche) e i produttori. Gli autori ci sono e ci fanno, a causa di scarsità di progetti nuovi di cui sono incapaci e della inesorabile caccia agli ascolti. Si tratta, da parte delle ragazze, dell’idea ormai ben solida di volgere a proprio vantaggio un andazzo che i moralisti (ad esempio Aldo Grasso a proposito dell’ultimo show su Miss Italia, deprecabile) continuano a non voler vedere. Al punto che hanno spinto Barbara Palombelli, penna sensibile, a scrivere sulla Stampa un articolo in cui porta un argomento valido. I concorsi di bellezza possono servire ad aprire la strada alle giovani che vogliono tentare la strada dello spettacolo. Oggi più di ieri.
Ieri Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Silvana Pampanini, Lucia Bosè, Silvana Mangano e tante altre sfilavano, una giuria sceglieva senza porle domande cretine di finta cultura generale (esempio, in quale film Totò e Peppino dicono “noio vol au vent savoir”?); quindi entravano nel cinema,e tutte queste ricordate hanno fatto carriera, in molti casi hanno imparato a recitare, hanno sposato importanti produttori, sono diventate e sono rimaste dive rispettate in tutto il mondo, le ultime dive come Sophia.
Non so cosa avverrà per lo stuolo di vallette, veline, troniste, isolane, e così via, ma quei concorsi erano- paradossalmente- più onesti e fruttuosi. Corpi magari abbondanti si affinavano, dizioni carenti venivano corrette con scuole ad hoc, la voglia di migliorarsi e migliorare era forte, apparteneva alla caparbietà delle singole ragazze.
Qui il problema non sta tanto nel giudicare le ragazze quanto nello stigmatizzare (verbo che usava volentieri un genio come Ugo Tognazzi) la fabbrica del tutto facile tutto subito tutto spendibile tutto trash. Riguarda il modo di fare tv. Riguarda i potenti delle antenne. Riguarda i produttori, gli autori, i registi. Essi usano e gettano. Qualche ragazza ha imparato a riciclarsi, tende le orecchie e i capezzoli (nei calendari), forma a poco un curriculm da show del trash. Il guaio è rimanervi. La tv ha battuto e umiliato il cinema, anche quello di serie B. Il varietà e il musical da quattro soldi hanno distrutto la rivista e la commedia musicale di Garinei & Giovannini.
I tempi cambiano, in questo caso non migliorano.
Le “vittime” trionfanti dei troni o dei tronetti sanno a ciò che vanno incontro. Ma oggi i giovani vivono di precariato. Anche una tronista è nel precariato. Per pagare le bollette e qualche intimo di lusso che serve, ah se serve.
Per il conto in banca, beh, lì ci passano i padroni del voyuerismo, i padroni del vapore contemporaneo.
Insomma, la “gnocca” è strutturale al sistema.
ITALO MOSCATI