Dal 2009 stop alle tv analogiche
Il processo è ormai avviato e non si torna indietro. Il Ministro Gentiloni ha confermato che dal giugno 2009 scatterà il divieto di vendita per i televisori privi di sintonizzatore Digitale Terrestre. Il divieto risulta propedeutico alla data già fissata nel 2012 per lo switch-off definitivo (lo spegnimento totale del segnale analogico), una data sulla
Il processo è ormai avviato e non si torna indietro. Il Ministro Gentiloni ha confermato che dal giugno 2009 scatterà il divieto di vendita per i televisori privi di sintonizzatore Digitale Terrestre.
Il divieto risulta propedeutico alla data già fissata nel 2012 per lo switch-off definitivo (lo spegnimento totale del segnale analogico), una data sulla quale il Ministro non intende transigere. Nel documento attuativo della Finanziaria 2007 c’è già la disposizione che vieta ai produttori di immettere nella distribuzione dalla fine dell’anno prossimo apparecchi tv analogici.
I consumatori saranno lentamente abituati al passaggio con l’obbligo, che scatta a metà del 2008 quindi un anno prima della sospensione dalle vendite, di apporre sui televisori di vecchia generazione un bollino in evidenza che li identifichi come “Non abilitati al digitale“. Cambiato il colore del Governo l’operazione del DTT, criticata dalla sinistra ai tempi della Legge Gasparri, viene ora ritenuta (viva la coerenza) “inevitabile”.
Gli effetti positivi sul pluralismo dei media televisivi arriverà, anche se solo nel giro di qualche anno, e il Digitale smetterà di essere esclusivamente un mezzo per vendere in pay per view le partite di calcio. La transizione costerà comunque altri soldi ai contribuenti che, dopo aver pagato gli “incentivi” per i decoder di qualche anno fa, ora finanziano uno “sconto” sui televisori (almeno quelli inclusi in questa lista), sotto forma di detrazione Irpef nella dichiarazione dei redditi fino ad un massimo di 200 euro.
Nel 2009 ci si dovrà ovviamente occupare anche di risarcire in qualche modo i grossisti e i negozi che si troveranno con “fondi di magazzino” di televisori analogici la cui vendita risulterà vietata. Un fiume di denaro che, ci auguriamo, serva effettivamente a qualcosa.