La tv rende ipocrita chi la fa? Citofonare Parietti/Canino
C’era una volta il flop… Che nostalgia, almeno l’anno scorso ci si divertiva, di questi tempi, a massacrare il nuovo senza per questo rimpiangere il vecchio. In fondo, criticare rende da sempre vivi sia noi telespettatori che la tv in sè, mentre assistere imperturbabili a una stagione così stitica è la negazione di qualsiasi sadismo
C’era una volta il flop… Che nostalgia, almeno l’anno scorso ci si divertiva, di questi tempi, a massacrare il nuovo senza per questo rimpiangere il vecchio. In fondo, criticare rende da sempre vivi sia noi telespettatori che la tv in sè, mentre assistere imperturbabili a una stagione così stitica è la negazione di qualsiasi sadismo televisivo.
Non a caso, in mancanza di spunti più attuali, il sottoscritto si diverte ancora a veder riesumata la feccia dell’annata passata.
Lo ha fatto, ad esempio, Alba Parietti in una delle ultime puntate di 12° round, ammettendo che il suo Wild West era brutto e che “non si può rendere come una Ferrari se ti danno una 500”.
Guardate, invece, come ne parlava entusiasta in occasione del lancio:
“Quello che a me interessa è che questi ragazzi sono stati scelti non tanto per il loro aspetto più o meno “glamour”, quanto per le storie di vita che si portano dietro, tutte, secondo me, straordinarie”.
Ecco invece come ne prendeva le distanze all’indomani del flop. Fate bene attenzione, il tono è già più scettico ma ancora ugualmente fiducioso nelle sue potenzialità inespresse:
“Noi abbiamo pagato questo momento schizofrenico della programmazione televisiva, dove tutti sono contro tutti, e anche una indubbia crisi del genere reality. L’Isola dei famosi era partita con meno telespettatori al seguito, ma può contare sullo straordinario successo delle edizioni precedenti e su una “miracolosa” controprogrammazione. Beati loro. Mah, forse è anche un problema di budget: il nostro era molto basso”.
E ora, invece, bando agli alibi. La Parietti è tornata sul luogo del delitto giudicandolo obiettivamente efferato e disconoscendolo dal proprio curriculum (perché lei funziona solo a Grimilde, vero Massy?).
Stessa ipocrita sorte è toccata a Fabio Canino, che prima ha creduto fortemente nel suo Votantonio, al punto da smentire il plagio di un’idea di Paolo Bonolis, poi si è dichiarato lusingato di essere finito nel paginone spettacoli con pezzi grossi come Funari e la Ventura, infine, nella prima puntata di Very Victoria, ha finalmente messo le carte in tavola…
“Non ha funzionato perché era davvero brutto. Certo, c’è di peggio ma rimane che ho fatto una grande figura di merda”.
Perchè la verità in televisione arriva sempre a scoppio ritardato e soltanto grazie alla sanzione fallimentare dell’auditel? Quando ci si deciderà ad ammettere che Uomini e Donne sta raschiando il fondo del barile, senza l’alibi dei buoni ascolti in una tv commerciale?
L’unico ad insegnare qualcosa ai neo-conduttori dalla memoria corta è un veterano intellettualmente onesto come Gianni Boncompagni, che quantomeno vola, da sempre e coerentemente, basso sulle sue pretese autoriali:
“Con il mio passato di programmi frivoli non avrei credibilità. A ognuno il suo. Per La 7 preparo un programma anarchico nella sintassi e nella grammatica con molti nonsense. Nel senso che sarà un programma non credente in niente”.
Di uno che dice la verità ne avevamo proprio bisogno, anche se lui ora è espatriato in una collocazione di nicchia… a Bombay.