Chi si sorprende del Sergente Paolini
“La7 sorprende nella sfida degli ascolti con “Il Sergente” di Marco Paolini”. Così titola Repubblica, così si meravigliano quasi tutti gli addetti ai lavori. Cosa ci sia, di sorprendente, non si sa. Il sergente, messo in onda da La7, è stato un evento. Paolini fa un teatro assolutamente televisivo, fa un teatro narrativo. Paolini è
“La7 sorprende nella sfida degli ascolti con “Il Sergente” di Marco Paolini”. Così titola Repubblica, così si meravigliano quasi tutti gli addetti ai lavori.
Cosa ci sia, di sorprendente, non si sa.
Il sergente, messo in onda da La7, è stato un evento.
Paolini fa un teatro assolutamente televisivo, fa un teatro narrativo.
Paolini è bravo e le sue precedenti sortite – in particolare tengo a ricordare quella a me più cara, quel Vajont che fu un altro vero e proprio evento, non soltanto televisivo, non soltanto teatrale ma anche di inchiesta -, hanno avuto un successo straordinario.
E allora da cosa nasce lo stupore?
Ci si meraviglia forse per il tema? Certo, Rigoni Stern non è Federico Moccia, perché negarlo.
O ci si meraviglia perché la mancanza di interruzioni pubblicitarie è stata evidentemente apprezzata dal pubblico?
Sveglia!
La meraviglia, lasciatemelo dire, bisognerebbe riservarla a altro.
Bisognerebbe, per esempio, riservarla al fatto che lo spettacolo di Paolini senza pubblicità avrebbe potuto – e forse dovuto – essere un grande evento da prima serata RAI.
Al fatto che questa La7 da primato è così penalizzata dai sistemi di misurazione e dal campione e che sono abbastanza convinto – e non sono solo in questa mia convinzione – che i numeri (1 milione 232 mila spettatori pari al 5,5% di share) non rispecchino l’effettiva platea degli spettatori.
Dopo il continua, la prima parte di Vajont e la prima parte de Il sergente