Canone Rai: l’esenzione beffa nella Finanziaria

Non manca di scatenare polemiche l’esenzione del Canone Rai inserita in Finanziaria al Senato grazie ad un emendamento ad hoc. Effettivamente le condizioni necessarie per usufruirne sono incredibilmente restrittive, tanto da suonare come una beffa.

A sottolinearlo due associazioni per i diritti dei consumatori, Aduc e Telefonoblu, che si scagliano contro il provvedimento. In sostanza dall’anno prossimo i soggetti oltre i 75 anni, esclusivamente se pensionati che percepiscono l’importo massimo di 560 euro mensili e per giunta non coniugati, potranno richiedere l’esenzione del pagamento del Canone Rai.

Le restrizioni non finiscono qui, il “fortunato” anziano che acquisisce il diritto di risparmiare sulla “tassa di possesso del televisore“, deve anche essere residente nell’appartamento in cui possiede “un apparecchio atto o adattabile” alla ricezione del segnale televisivo e non convivere con un figlio o un estraneo (bandante o quant’altro).

Insomma, un provvedimento del genere rischia di riguardare un numero talmente ridotto di persone che esaurito l’effetto propagandistico (“abbiamo esentato gli anziani dal pagamento del canone“), si rivela sostanzialmente una presa in giro e acuisce altri interrogativi sulla legittimità del balzello legato al sostentamento della tv pubblica.
Il servizio fornito dalla Rai vale davvero i 104 euro l’anno che tutti i sostanzialmente tutti i cittadini sono costretti a pagare?

Probabilmente no, ma pensare ad un’abolizione dello stesso non resta che uno slogan forte e utopistico che le Associazioni dei Consumatori possono sbandierare più o come farà il governo per l’emendamento sull’esenzione per gli anziani indigenti.