Provaci ancora Lindsay Lohan… in Ugly Betty?
A volte ritornano… con una marcia in più. Dopo il ritorno alla ribalta musicale – polemiche a parte – di Britney Spears e gli scrupoli di coscienza di Paris Hilton, anche per quella ragazzaccia di Lindsay Lohan (monitorata costantemente dagli amici di Gossipblog) è tempo di riabilitazione. La ribelle starlette d’oltreoceano potrebbe entrare nel cast
A volte ritornano… con una marcia in più. Dopo il ritorno alla ribalta musicale – polemiche a parte – di Britney Spears e gli scrupoli di coscienza di Paris Hilton, anche per quella ragazzaccia di Lindsay Lohan (monitorata costantemente dagli amici di Gossipblog) è tempo di riabilitazione. La ribelle starlette d’oltreoceano potrebbe entrare nel cast della serie tv Ugly Betty (dopo l’ipotesi sfumata di una parte da protagonista in Gossip Girl).
L’attrice rivestirebbe i panni di una miss caduta in disgrazia e pertanto costretta a lavorare in un fast food per sbarcare il lunario. Nel telefilm Betty – spiega una fonte interna allo show al New York Observer – aiuterà Lindsay a trovare un posto al Mode, il magazine dove lei lavora. Per ora, nulla di confermato, dal momento che Hollywood è paralizzata dallo sciopero degli autori ma, se la notizia venisse confermata, si tratterebbe, per la Lohan, di una gran rentrée all’insegna dell’autoironia. Negli ultimi anni, infatti, era passata agli onori della cronaca più per i suoi eccessi con alcol e droghe che per le sue capacità artistiche, unendosi al club delle cattive ragazze del mercato globale.
E pensare che 17 anni era considerata, da Hollywood, la nuova Julia Roberts… Dopo essere stata protagonista di quattro film, due dei quali grandi successi (Mean Girls, alla sua uscita cinematografica, incassò 24 milioni di dollari), da ragazza promettente era diventata di colpo un sex symbol del grande schermo. Era il 2003. Si erano fatti avanti i registi “di peso”: Robert Altman l’aveva voluta in Radio America, film di punta del Festival di Berlino nel febbraio 2006, e qualche mese più tardi Emilio Estevez, con Bobby, ne aveva consacrato le belle speranze a Venezia.
Lindsay si era lanciata anche come giovane popstar: Speak, il suo primo album uscito nel dicembre del 2004, l’8 gennaio 2005 aveva già vinto il disco di platino. Peccato che, al compimento dei ventun’anni, la sua stella sembrava essersi già eclissata e la sua vita, personale e professionale, si era ridotta in mille pezzi. Fra droga, sbronze e arresti, della talentuosa Lindsay era rimasto solo un offuscato ricordo.
Il 24 luglio, a soli 11 giorni dall’uscita da una clinica di Malibu, dove aveva passato un mese e mezzo per disintossicarsi, è stata fermata per guida senza patente, stato di ebbrezza e possesso di cocaina. Quella sera stessa doveva essere ospite di un programma tv per la promozione del suo ultimo film, l’horror I Know Who Killed me, che usciva nelle sale americane il 27 luglio. Ma lei ha dato forfait e, all’una e mezzo di notte, ha pensato bene di salire sul suo Suv bianco per gettarsi all’inseguimento di Tarin Graham, la sua assistente, in fuga dopo l’ennesima lite. Dopo aver ricevuto una segnalazione, una pattuglia ha fermato l’attrice, che ha pagato per la sua bravata una cauzione di 25 mila dollari per poi sparire nuovamente dalla circolazione.
Le versioni su ‘che fine ha fatto’ si sono sprecate: c’è chi ha annunciato il suo rientro in un altro centro di disintossicazione, il New York Post, invece, assicurava che si era rifiugiata dalla mamma. Una cosa è certa: trattandosi di una recidiva, visto che era già stata arrestata in maggio sempre per guida in stato di ebbrezza, il rischio di finire in carcere sul serio era praticamente assicurato.
E, comunque vada, la sua carriera era finita in frantumi, come hanno dichiarato produttori, funzionari e colleghi che la conoscono molto bene:
“Aveva il mondo ai suoi piedi e ora, invece, se volesse prendere parte a un film, dovrebbe pagare lei gli studios”.
“Questo gran parlare della sua vita privata l’ha resa famosa, ancor più dei film che ha girato. Adesso con il cinema ha chiuso”.
“Il suo problema non è la carriera, ma sopravvivere. Troverà la salvezza solo dopo aver toccato il fondo”.
Più che una vittima dello star system, Lindsay è stata identificata come “un prodotto consenziente della macchina dei paparazzi e dei blog, che non si è mai sottratta al gioco grazie a cui diventare popolari”. Che Ugly Betty sia la buona occasione per ritornare in pista e dare una ripulita alla propria immagine?