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LO STR…E’ ENTRATO NELLA STORIA E CI RIMANE

Un giorno di distacco dalla cacciata di Luttazzi dalla 7 fa bene. Allontana dagli odori. Mah? L’invettiva satirica su Giuliano Ferrara- sono stato trasformato in latrina, dice lo stesso Elefantino-ha provocato una piccola scossa, un minuscolo peto rispetto a quel che aiuta a scoprire nella situazione non buona della tv italiana e non solo.Già in

10 Dicembre 2007 14:20

Daniele Luttazzi Un giorno di distacco dalla cacciata di Luttazzi dalla 7 fa bene. Allontana dagli odori. Mah? L’invettiva satirica su Giuliano Ferrara- sono stato trasformato in latrina, dice lo stesso Elefantino-ha provocato una piccola scossa, un minuscolo peto rispetto a quel che aiuta a scoprire nella situazione non buona della tv italiana e non solo.

Già in “Viziati 1 e 2” avevo mostrato come Daniele coprolalico avesse aperte la strada al risarcimento della cacca nella storia delle nostre televisioni, discendenti da quella comicità (in genere parrocchiale) in cui la c…o la m…o gli str…sono da preferire alle voci dei genitali e comunque del sesso. Addirittura Daniele aveva proposto di mangiare in diretta uno str…e una valletta seminuda glielo aveva portato su vassoio perchè si e ci saziasse. Poi non se n’è fatto nulla. Lo str…era di cartone e non valeva la pena. (Per inciso pare che gli str…del film “Salò” di Pier Paolo Pasolini fossero di cioccolata per cui gli attori non si tirarono indietro).

Per noi che non amiamo la censura, anzi la detestiamo, ma usiamo il buon senso, alcune cose non riusciamo a capirle dell’ultima uscita coprolalica di Luttazzi che era in provinto di fare la satira dell’ultima enciclica dell’attuale Papa. Lo str…e il vassoio di Decameron hanno costretto quelli della 7 alla censura della 7 per proteggere, come si dice, il pontefice o per sputtanarsi, visto che la scenetta incriminata a proposito dell’Elefantino-latrina era già pronta nel bagno della stessa 7?
Non so, il noir escrementizio avrà le sue risposte.

Qui, al di là della soluzione del noir, vorrei dire che ho letto con calma la spiegazione della sua posizione da parte di Ferrara che ammette, come dice il titolo del suo pezzo su Repubblica: “Quella su di me era satira, ma se c’è un limite sono contento”. Spiega quelli che secondo lui sono i limiti possibili su una rete generalista, e cita un suo amico americano che dice: c’è libertà di guidare, anche a 300 all’ora su una pista riservata a un pubblico pagante, ma in un’autostrada esistono limiti. Ecco una lezione che viene del passato. Ogni volta che nella Rai di ieri si esercitava una censura si citava implicitamente l’amico americano dell’Elefantino e la sua risposta al problema. Il fatto è che in tv vige il massimo della opinabilità: difficile stabilire i limiti, di velocità o di invettiva o di satira. Chiedetelo a direttori delle generaliste. Generalmente difficilissimo. Anche perchè esiste un rapporto di fiducia fra i dirigenti tv e i loro scritturati. Qual era? si faceva a fidarsi? e come? quando? perchè? e, scusate, con quali limiti chiari e definiti?
A me, lancio una sfida, Ferrara è un grande talento, mi sta simpatico e in questo caso lo trovo cavalleresco quando invita come ha fatto Luttazzi e il suo direttore ad andare nella sua trasmissione “Otto e mezzo”. Ma penso che Dan l’estrementatore abbia fatto molto bene a rispondere picche, dicendo: io non sono la scimmietta di nessuno, col c…che ci vado, non voglion dare una mano grazie alla censura da me subita facendo aumentare l’auditel della 7 e del direttore…
Impagabile, nel clima mer…oso le parole di Aldo Grasso che attacca Daniele per la sue esibizione gratuita e fredda, greve e non grottesca, roba da basso impeto, mancanza di etica aziendale, accusandolo di martirio mediatico. Grasso si scalda e brucia nel suo cassonetto da tartufo (ma il personaggio di Molière è un’altra cosa). Rivela e conferma il suo moralismo che cerca di coprire con meste dichiarazioni di delusioni per il comportamento di Daniele, “sono triste”, che apprezzava in dimenticabilissimi programmi d’antan. Lo stesso Ferrara risponde al tartufismo quando ricorda che ci sono eroi o guru della tv, lui Grasso compreso, che danno per ore la caccia a questo o a quell’altro di chi lavora per e nel piccolo schermo, per sentirsi giustizieri o meglio ancora giustizialisti. I furbetti che cercano di fare bella figura da guru sono dentro e fuori il video ma i più pittoreschi sono quelli che l’Aldone che fanno i facili cecchini dai merli di un grande giornale (forse ex grande?) che neanche si accorge non tanto di una mancanza di etica aziendale ma di un’etica tout court. Debole con i forti, forte con i deboli (che sono quelli senza l’avallo comodo dei potenti distratti da cose che ritengono più decisive di qualche grave sciocchezza scritta sulla tv nello stesso giornale).
Insomma, la situazione non è buona, emette cattivo odore e ci va di mezzo un attore che fa il suo mestiere (la satira) sapendo di rischiare. Non mi pare che Dan abbia o faccia il martire. Si sta domandando qual è il suo delitto? I suoi sembrano florilegi nella nostra società dei mille odori e soprattutto dalle molte puzze, su cui camminamo tartufi e tartufoni.
Ce lo chiediamo anche noi.