Home Cosa resterà di questo 2007 catodico. Forse solo Frizzi

Cosa resterà di questo 2007 catodico. Forse solo Frizzi

Un anno a metà tra il nuovo che arretra e il vecchio che avanza. Così si potrebbe definire il 2007 tv: una stagione di transizione. Tramontata l’era dei reality in tutte le salse, si è ritornati a puntare su un’offerta variegata, sperimentando su più fronti senza più l’ossessione dell’avanguardia (divenuta a sua volta merce usurata).

31 Dicembre 2007 14:30

Fabrizio FrizziUn anno a metà tra il nuovo che arretra e il vecchio che avanza. Così si potrebbe definire il 2007 tv: una stagione di transizione. Tramontata l’era dei reality in tutte le salse, si è ritornati a puntare su un’offerta variegata, sperimentando su più fronti senza più l’ossessione dell’avanguardia (divenuta a sua volta merce usurata). E’ tornata la fiducia negli inossidabili brand, quelli che Massimo Donelli definisce la Nutella della tv commerciale, mentre il telefilm ha fatto un passo indietro come identità di rete e si è a sua volta spalmato su più fronti, in base a strategie di compatibilità editoriale.

Con il Dr. House la serialità americana diventa macchina da ascolti, business da sfruttare sul mercato delle inserzioni pubblicitarie. Scatta la rincorsa alla pubblicazione dei dvd, alla campagna di lancio delle figurine, ai servizi di messaggistica per saperne di più sul medico più scorbutico della tv. House non è più solo un personaggio telefilmico, ma un marchio eccezionale in termini di qualità-prezzo. E Canale 5 è riuscita ad incantare il suo pubblico, confermando ascolti da record persino all’ennesima replica promossa come un evento.

A quanto pare il trattamento fa la differenza e Italia 1 pare aver imparato la lezione. Bruciandosi tutta l’argenteria quando il suo pubblico era ancora al mare, vivendo sugli allori di promo sensazionalistici trasmessi durante l’estate, la rete di Tiraboschi ha finito per esaurire tutte le cartucce, facendo venire al proprio pubblico un’overdose da telefilm. Tra l’effetto Ugly Betty annullato da Mediaset Premium, il fenomeno Heroes bruciato contro i posticipi e una Mamma Per Amica anticipato troppo in fretta, il canale giovane Mediaset si è visto sfumare una prima serata dopo l’altra, fino al colpo di grazia del trasferimento di Dr. House.

Nell’era di Sky e del peer to peer, oltre che dei telefilm incompresi importati dagli Usa senza successo, la serialità deve essere trattata con molta cautela e, soprattutto, puntare a un pubblico trasversale per sopravvivere. Raidue docet, che con serie più adulte e dallo sviluppo verticale è riuscita a preservare uno zoccolo duro di aficionados. Anche l’angolo più bistrattato di mamma Rai ha trovato il suo posto al sole nelle reti generaliste, con una programmazione autunnale per tutti i gusti eppure sapientemente calibrata, dall’approfondimento di rottura di Michele Santoro all’accoppiata vincente Ncis e Criminal Minds. A questi va aggiunta un’Isola dei Famosi che ha saputo resistere all’usura di un genere, confermando il proprio appeal genuino oltre che di format.

Il 2007 ha segnato, tra le altre cose, la caduta e la rinascita di Simona Ventura, che si conferma presenza fissa televisiva con una maggior consapevolezza degli errori del passato. Dopo una precedente Isola urlata e in calo, nonché un Colpo di testa che le stava giocando la carriera, SuperSimo si è ripresa anche dalla rinuncia a Miss Italia con nuove motivazioni professionali. Il suo nuovo Quelli che il Calcio, complice un restyling autoriale di enorme giovamente creativo, ha saputo rivitalizzarsi con idee fresche per un pubblico amante della meta-tv. Dopo un po’, insomma, una scaletta meglio calzata sulla Ventura è riuscita a rivalorizzarne le doti ironiche del passato, senza delegare il tutto a un Gene Gnocchi sempre meno rimpianto (nonché piuttosto scontato ad Artù).

Chi, invece, si è rifatto desiderare è Fabrizio Frizzi – vero personaggio dell’anno -, scongelato al momento giusto per riportare in tv il garbo e la pacatezza andati perduti. Il suo Soliti Ignoti è riuscito a ipnotizzare persino Umberto Eco, il che non è poco per una Rai in cerca di istituzionalità. Per rialzare il tiro, e creare un’alternativa all’immancabile Carlo Conti, l’ammiraglia di Del Noce ha puntato sui veri fuoriclasse: Fiorello in access prime time domenicale, Celentano in una puntata zero musicale, Benigni in uno speciale apripista della versione televisiva di Tutto Dante. Grandi nomi e grandi spese, ma quantomeno si tiene alto il nome della tv di stato, aprendola a un pubblico allergico a Spose Perfette e Treni dei Desideri.

A confermarsi, infatti, incontrastata regina del popolo catodico resta Maria De Filippi, foriera di ascolti record tra C’è Posta per Te e Amici. Con lei Canale 5 dorme sonni tranquilli, mentre il ritorno di Ciao Darwin, senza infamia e senza lode, getta un’ombra sul futuro artistico di Bonolis. Scanzonato o impegnato, caciarone o pensoso? Il rischio è che come presentatore versatile basti e avanzi Gerry Scotti e Canale 5 non abbia bisogno di altro.

Tolte le strategie, i colpi di scena (la morte di Vivere post-rianimazione e l’exploit di Tempesta d’Amore su tutti), nonché i millantati ritorni sulle scene, che ci fanno rimpiangere atmosfere impossibili da ricreare, qual è il programma del 2007 che ha davvero lasciato il segno nei nostri ricordi? Personalmente, passo. Ne riparliamo il prossimo anno.

Rai 1