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DOPO LO STR…TOCCA ALLO SPUT…

Naturalmente la scena in Senato tra due esponenti dell’Udeur, soldati semplici nelle esigue truppe mastellate, è diventata storica. Come lo è diventata, nella medesima austera cornice, quella tra un senatore di Alleanza Nazionale, l’urlatore di “faccia di mer…” e l’esponente dell’Udeur che aveva dichiarato il voto favorevole al governo ormai al declino. Come vedete, non

27 Gennaio 2008 13:38

Tommaso BarbatoNaturalmente la scena in Senato tra due esponenti dell’Udeur, soldati semplici nelle esigue truppe mastellate, è diventata storica. Come lo è diventata, nella medesima austera cornice, quella tra un senatore di Alleanza Nazionale, l’urlatore di “faccia di mer…” e l’esponente dell’Udeur che aveva dichiarato il voto favorevole al governo ormai al declino. Come vedete, non faccio i nomi dei protagonisti. Non voglio fare loro alcun favore.

Essi sanno molto bene che l’istintività liberata nello sputo o nel lancio verbale di mer…entra in circolo con la politica, con la tv e naturalmente con la storia. La storia con la S maiuscola purtroppo e non quella del trash che di solito si dimentica. A celebrare l’evento non sono stati solo i cronisti parlamentari della carta stampata e della tv (che se non altro hanno il dovere di riferire i fatti o fattacci o fattarelli) ma anche i critici televisivi che in situazioni come queste si prendono il testone tra le mani e lo scuotono, lo titillano, lo spremono per farsi uscire le ben note frasi moralistiche di condanna, ovvero il brodo di cultura misto cult e mer…in cui continuano a fabbricare le loro fortune.

Io sono d’accordo con quanto ha scritto Paul Auster sul Corriere a proposito dei critici letterari, ma il suo giudizio vale per tutti gli altri. E cioè, i critici dovrebbero esercitare questo mestiere per non più di cinque anni. Dopodiche, via e aria nuova. Con i loro pet…che si disperdano nel vento di ogni porta a porta dei palazzacci tv.

Fatta questa premessa, veniamo alle materie organiche. Fino a pochi giorni fa, eravamo tutti in pulpito per bersagliare comici, attori, opinionisti d’assalto o di poltrona o di clientela che si facevano scappare str…e rumori; ma eravamo anche in ginocchio perchè a loro dovevamo lo spunto utile per chiamare il popolo della tv a scandalizzarsi e a credere nella nostra buona fede nel fare da castigatori del turpiloquo o del trash escrementizio.

Adesso tocca allo sput…Non so voi, ma non faccio che vederlo saettare in giro. In modo diretto o metaforico. Trascuro quest’ultima forma, molto praticata, lo sappiamo, fa parte del gioco denigratorio nazionale, e il Parlamento e le tv spesso ne sono le sedi migliori di rappresentazione e uso. Per l’altra forma, quella diretta, al lancio tra senatori vorrei aggiungere il vecchio scaracchio di Totti nei mondiali in Giappone (la storia è storia: lo si vede spesso sul video); quello di Stefano Accorsi (nel ruolo di Dino Campana nel film “Un viaggio chiamato amore” di Michele Placido) a Laura Morante (Sibilla Aleramo): il film circola nei canali senza asciugare; e infine, le citazioni potrebbero essere numerose e chi guarda la tv lo sa, una citazione letteraria: quella tratta dal librone uscito di recente di Jonathan Littel, “Le benevole”, anche se non descriverò a che pagina e perchè.
Il senso di questo post? Far notare che, nell’epoca delle barriere abbattute, i media ci tengono aggiornati su una questione essenziale quanto la democrazia. La questione è la diffusione della faccia o delle facce toste. Si ragiona sempre meno. Le rabbie vanno alla bocca e poi, caso mai, al cervello. L’emotività viene portata ad ebollizione dalla brutta politica e le parole, i gesti, gli stup…sono quel che sono, fumi senza arrosti. Si pensi al passato. Quando viaggiava lo Sputnik negli anni delle prime tribune politiche Rai i confronti erano aspri, molto aspri, ma non andavano oltre. Sono trascorsi tanti anni e la comunicazione è stata sostituita dal suo folclore, e il foclore peggiora. La qualità in tv è sempre più astratta. Il pubblico gira con il telecomando. Il telecomando “ci” prende in giro. La sola cosa da fare è tradire le tv nei mille modi possibili. Tradire cercando. Tradire cercando politici diversi. Tanto per cominciare.
ITALO MOSCATI