Fiore Forever: tra il Trio e Antonello Falqui
Per Antonello Falqui è un encomiabile erede, per il Trio un epigono che ha trovato la strada spianata. Fiorello continua a catalizzare – giorno dopo giorno – l’attenzione televisiva (questa sera giunge al termine il suo appuntamento speciale), facendosi giudicare dai colleghi artisti di ieri e di oggi.Antonello Falqui, inventore di Studio Uno oggi 82enne,
Per Antonello Falqui è un encomiabile erede, per il Trio un epigono che ha trovato la strada spianata. Fiorello continua a catalizzare – giorno dopo giorno – l’attenzione televisiva (questa sera giunge al termine il suo appuntamento speciale), facendosi giudicare dai colleghi artisti di ieri e di oggi.
Antonello Falqui, inventore di Studio Uno oggi 82enne, ha dichiarato in un’intervista su Repubblica che il suo varietà rivive solo grazie al nuovo mattatore di Raiuno:
“Quando arriva un fuoriclasse come Fiorello si capisce che la gente ha ancora voglia di varietà. Apprezzo la lievità, la leggerezza di questo mini-varietà. E’ carino, mai volgare. Dalla sigla grafica al bianco e nero dei ballerini ci sono tante nostre invenzioni degli anni ’60. Ma se hanno tanta voglia di Studio Uno mi fa piacere, non chiederò i diritti”.
Secondo Falqui, Fiorello si avvicinerebbe allo stile di Walter Chiari perché pur non avendo tutte le sue doti – soprattutto di cultura – resta il pezzo migliore dello spettacolo contemporaneo:
“Fiorello fa bene a essere parco, a snobbare un po’ la tv. La tv consuma. Facendo la radio ha creato l’attesa. Però ora gli consiglio di provare, sperimentare a lungo con un vero varietà. In tv si sprecano soldi in assurde scenografie e si risparmia sul tempo di prove. La corsa al ribasso è colpa della tv commerciale di Silvio Berlusconi, ma per fortuna c’è ancora una differenza e il salto di qualità in Rai lo si vede anche con Fiorello. Fanno eccezione lui e Benigni perché il pubblico non vuole solo robaccia. E poi resistono Mike Bongiorno e Pippo Baudo, la tv dei grandi vecchi perché non c’è ricambio”.
Eppure, ad abbassare l’età media dei senatori televisivi, una ventina di anni fa, ci aveva pensato l’irresistibile Trio, che si appresta al gran ritorno su Raiuno per tre serate (l’8, il 15 e il 23 marzo). Sull’onda del revival, i tre componenti del gruppo puntualizzano su Vanity Fair di aver spianato la strada a Fiorello, viste le azzeccate imitazioni-apripista come quella di Sandro Pertini:
“Siamo sempre stati discreti, tanto che quando dalla radio ci chiamarono in tv non volevamo andarci. A RadioDue avevamo un successo clamoroso, molto simile a quello di Fiorello oggi. Ma eravamo agli inizi e avevamo paura che, sullo schermo, il gioco delle finte pubblicità, delle imitazioni non funziuonasse più. Senza presunzione, possiamo dedurre che tante novità in tv le abbiamo portate noi: fummo noi a fare la prima parodia del tg, di 90° minuto ribattezzato 80°, le interviste a personaggi famosi come la Lollo che andava in giro a fare domande a tutti. Persino la nostra gag su Khomeini ha causato un vero incidente diplomatico. Prodi ci disse che il nostro sketch è stato il più costoso della storia italiana, giacché fu usato come pretesto dall’Iran per non pagare delle commesse al governo italiano”.
A quanto pare, Fiorello non perde mai l’occasione di essere messo in mezzo. E, salvo le sue imprevedibili intemperanze, se lo merita sul serio.