Fibra vs Sanremo. Frankie Hi Nrg torna sui suoi passi
Dopo la finte morte con la complicità di Sky Tg24, Fabri Fibra continua a sfruttare la televisione come cassa di risonanza musicale. Il cantante in questione rientra in quell’entourage ostile all’Ariston ma che, nel bel mezzo del Festival, esce con un pezzo provocatorio intitolato Andiamo a Sanremo. Ovvero una parodia della kermesse in cui inscena
Dopo la finte morte con la complicità di Sky Tg24, Fabri Fibra continua a sfruttare la televisione come cassa di risonanza musicale. Il cantante in questione rientra in quell’entourage ostile all’Ariston ma che, nel bel mezzo del Festival, esce con un pezzo provocatorio intitolato Andiamo a Sanremo. Ovvero una parodia della kermesse in cui inscena l’incubo di parteciparvi. Ovviamente – come anticipatovi dal nostro Share – Paolo Bonolis non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di ospitarlo a Il senso della vita, per formare un bel trio con un altro reietto sanremese come Panariello.
Fibra ha iniziato la sua crociata contro la manifestazione canora in un’intervista pubblicata su Vanity Fair questa settimana:
“Ho immaginato che cosa può succedere a un artista che decide di andare al Festival. Dal punto di vista della gente, tu ti metti in una situazione vincente, anche se poi non è vero. Sanremo è una pistola alla tempia, una roulette russa, o arrivi primo, o arrivi ultimo o ti dimenticano. Dal punto di vista dell’artista, quando ti chiedono di andare a Sanremo significa che qualcosa non va. A me l’hanno chiesto e io ho risposto: perché? Significa che ho l’ultima carta da giocare? La maggior parte degli artisti che va a Sanremo lo fa costretta dalle etichette che vogliono allargare la base dei fan”.
In particolare, Fibra paragona Little Tony e Toto Cutugno alla scenografia floreale del Festival, mentre Minghi, Mietta e Zarrillo rappresentano a detta sua “quelli che senza Sanremo non esistono”. Anche i Finley hanno vinto il disco di platino con il primo disco come lui, ma “loro sono un prodotto creato a tavolino dai discografici, che dicono che i dischi che dovevano vendere li hanno venduti, mentre a Sanremo possono allargare il pubblico e fare più soldi”. Per difendersi da chi lo inserisce nel girone del contro-Festival, risponde di essersi sempre occupato di critica sociale, con la differenza che a lui gli danno dell’esaltato e a Fabrizio Moro, che ha vinto citando Borsellino e Falcone in una canzone banalissima, del cantautore impegnato (“Non faccio un “antisanremo” come Povia e Baccini che sono i classici ‘rimbalzati dalla ragazza”).
Il rapper in questione, infatti, si dice fiero di appartenere a una fascia musicale per cui aderire a determinate condizioni – come andare a Sanremo – significherebbe sputtanarsi. Eppure, anche lui è consapevole di essersi inventato un personaggio, quello del cinico e violento, che non necessariamente gli appartiene in toto e che gli impone dei chiarimenti nelle interviste.
Che differenza c’è a questo punto tra Fabri Fibra e Frankie Hi Nrg, contestato da Federico Zampaglione (nel bel mezzo di una rissa al DopoFestival) per aver partecipato a Sanremo dopo averne detto peste e corna in passato? La vera differenza sta nel fatto che Frankie – secondo lo stesso leader dei Tiromancino – doveva tornare nel giro per vendere dischi, mentre Fabri Fibra non ne ha “ancora bisogno” . Eppure, lui per primo sa che, se in futuro andasse male, lo obbligherebbero ad andarci. Nell’attesa, può permettersi un po’ di sano snobismo marciandoci comunque a dovere (per tutta la settimana è intervenuto senza peli sulla lingua nel programma radiofonico Village di Radio1).
A questo punto, lasciandovi con la visione del video incriminato di Fibra e con l’esibizione sanremese di Frankie, vi chiediamo di partecipare a una delle nostre sfide impossibili. Tra due rapper di rottura come loro, chi buttate dalla torre perché più incoerente dell’altro?