2009: una tv senza Sanremo?
I venti di guerra alimentati dalle bufere degli ascolti si abbattono, impietosamente, sul Festival di Sanremo, pesantemente messo in discussione nei suoi punti cardine e – questo è ciò che più conta – nel suo futuro. Un futuro che – stando a certe esternazioni – potrebbe anche non esserci più. Non sono qui a far
Non sono qui a far difese d’ufficio – ho già dato – né a far proclami. Piuttosto, mi interessa oggi – come sempre, del resto – la vostra opinione (non so se ve ne siete accorti, cari lettori, ma è con questo spirito che vi propiniamo sondaggi, iniziative come il Cos’hai visto ieri sera e via dicendo), per capire cosa pensiate effettivamente del Festival.
I miei due centesimi, io li ho già spesi a suo tempo, profondamente convinto come sono che il Festival possa esserci o non esserci senza grandi traumi, ma che – come ogni tradizione bella da conservare – avrebbe bisogno di una profonda revisione, di ammissioni di colpe (colpe che poi si riducono semplicemente a un “è troppo lungo, è troppo ingessato”, secondo la modesta opinione di chi scrive) e di persone che abbiano voglia di sedersi serenamente al tavolo del confronto, senza cercar capri espiatori ma con la voglia di lavorare per costruire un buon prodotto, al di là di interessi e protagonismi.
Potrebbe anche essere utopico, chi lo nega? In quel caso sarò il primo a ammettere che il Festival è morto, viva il Festival.