La Domenica in tv: prima faceva pena, ora pietismo
Il Cangurotto, i memoriali della Barale, la tavola trashamente imbandita con tutto il cucuzzaro catodico. E poi ancora il Ring, il tg gossip, le Bettarine. Momenti da dimenticare, ma di cui eravamo i primi a (s)parlare quando stroncavamo Buona Domenica. E con noi lo facevano i quotidiani del lunedì, dando addosso a una tv sorprendente
Il Cangurotto, i memoriali della Barale, la tavola trashamente imbandita con tutto il cucuzzaro catodico. E poi ancora il Ring, il tg gossip, le Bettarine. Momenti da dimenticare, ma di cui eravamo i primi a (s)parlare quando stroncavamo Buona Domenica. E con noi lo facevano i quotidiani del lunedì, dando addosso a una tv sorprendente nel cattivo gusto e seducente sul profilo degli istinti più bestiali.
In contemporanea, Giletti si ergeva a predicatore della qualità televisiva all’Arena, Baudo celebrava i suoi fasti dopo essersi allontanato per po’ dagli schermi e Mara Venier faceva salotto con cattive compagnie. Poi arrivò la Bianchetti, inizialmente anticonformista per le sue buone maniere e originalmente soporifera. A suo modo, era pur sempre una novità: dopodiché, anche la tv di stato ha esaurito tutte le cartucce.
Mai come su queste Domeniche in tv andrebbe steso un velo pietoso. Non tanto perché si stava meglio quando si stava peggio, quanto perché non ci si trincerava dietro pretese umanitarie. Il patetismo demagogico ha preso possesso, ormai a reti unificate, del fine settimana, trasformando Paola Perego e Massimo Giletti in seriosi fustigatori delle ingiustizie sociali. Esauritisi i fenomeni mediatici sputtanati a destra e a manca, come i bamboccioni, le provocazioni sull’anoressia di Oliviero Toscani, i gossip sulle first lady di casa nostra e non, bisognava pur inventarsi qualcosa. E così, una volta raschiato il fondo del barile persino con una materia come il reality (più prosciugata del deserto), è scattato il piano B, quello valido per tutte le stagioni e per tutti gli alibi: la crisi economica.
Come arrivare alla fine del mese? è il nuovo format che appassiona l’Italia, seminando cloni in Rai e arruolando nuovi scudieri della buona coscienza a casa Mediaset. Persino la futura signora Briatore si mostra accorata per lo stato del nostro Paese, lasciandosi coinvolgere da un assistenzialismo spicciolo e ipocrita sino al midollo. Ma quel che più sconvolge è vedere il pubblico vero, non quello critico che punta il fucile spianato, soffermarsi con interesse senza cambiare canale.
A Buona Domenica non possono che essere fieri di aver trovato la formula giusta per apparire al di sopra di ogni sospetto. In fondo, non gli si può più rinfacciare di dar spazio solo al Grande Fratello affrontando temi frivoli e superficiali. Ora, dalla loro, hanno l’arma dell’impegno e dell’approfondimento sull’attualità, persino quando si tratta di un espediente come un altro per spillare quattrini col televoto, facendo sfidare il Selvaggia Lucarelli pensiero e il fan club di Iva Zanicchi. Il meccanismo delle sfide si insinua sottile, in modo che sia un pretesto e non un fine dichiarato. Quel che conta è informare e aiutare la povera gente, darle voce dagli spalti, tornare a rappresentarla con i contorni del caso umano.
Quasi quasi preferivamo le risse costruite a regola d’arte, la tv dell’inaspettato che in realtà era sotto copione, le trovate demenziali di un intrattenimento coi piedi per terra. Perché, se la disoccupazione nel nostro Paese resta un problema serio, è altrettanto più allarmante che Giovanna Rigato ex Gf sia l’eccezione che conferma la regola. Per chi non lo sapesse, non è dato sapere per quali vie traverse, una che è stata una settimana nella casa più spiata d’Italia, ben due anni fa, ha firmato un contratto annuale con la trasmissione. Almeno una cosa l’abbiamo imparata: che quelle come lei, pur senza far niente, uno stipendio lo rimediano sempre.
Ma ormai non vale più neanche la pena di parlarne. Tanto, non fa più notizia…