Simon Cowell: “Amici? E’ più vicino al Big Brother”
Alla vigilia dal vero debutto italiano di X Factor, sembra obbligato il confronto con Amici, la risposta tutta italiana e senza degne imitazioni che imperversa inarrestabile su Canale 5. Piuttosto misurato, in conferenza stampa, è stato Giorgio Gori, fondatore della Magnolia che produce il format in collaborazione con la Grundy, quando osserva che X Factor
Alla vigilia dal vero debutto italiano di X Factor, sembra obbligato il confronto con Amici, la risposta tutta italiana e senza degne imitazioni che imperversa inarrestabile su Canale 5. Piuttosto misurato, in conferenza stampa, è stato Giorgio Gori, fondatore della Magnolia che produce il format in collaborazione con la Grundy, quando osserva che X Factor non è un’accademia, come Amici e – aggiungiamo noi – come poteva essere quella di Operazione Trionfo (peraltro antesignana del genere talent show).
Al contrario, Gori ha parlato di una competition i cui partecipanti sono già dei professionisti. Se nel suo intervento c’era signorilità svincolata da ogni polemica, più pungente si è rivelata la replica di Simon Cowell, padre internazionale di vari format canori nati negli ultimi anni, in un’intervista su Repubblica:
“Se mi è capitato di vedere Amici? Sì. Ma è una specie di accademia in cui non ci sono solo cantanti. Lo vedo più vicino a Big Brother. Poi Simona Ventura è forte, la vorrei invitare in Inghilterra”.
Peccato che lo stesso Cowell si contraddica, quando aggiunge che
“X Factor è un reality perché quello che avviene è reale e si possono cambiare le vite delle persone”.
Dal canto suo la Ventura, in conferenza stampa, ci ha prima tenuto a sottolineare di non “essere andata a letto” con Francesco Facchinetti, come hanno insinuato alcuni giornali. Poi ha precisato che quello che le preme non è lo share, ma
“che X Factor diventi una trasmissione cult come molte di quelle da me condotte”
(ma dovremmo ricordargliene altre, Isola a parte, che hanno avuto vita breve?).
Per ora, l’Eredità avrebbe messo i bastoni tra le ruote alla striscia del daytime, impedendo a Raidue di mandarla in contemporanea. Così, la scelta di collocarla in access, prima del Tg2, non ha pagato in termini di ascolto e il direttore Marano per primo ha parlato di “una partenza con una gomma bucata” causata da divergenze aziendali. Comunque vada, non resta che capire se X Factor verrà degnamente riproposto in Italia o sarà l’ennesima fotocopia venuta male dei vari Popstar sorbitici negli scorsi anni (di cui ricordiamo a Cowell i ripetuti flop nel nostro Paese).