La vita rubata, questa sera su RaiUno
In una serata televisiva ricca di novità, va in onda su RaiUno anche un film tv che ha fatto parecchio parlare di sé: La vita rubata, il cui protagonista è il bravo Beppe Fiorello. Prima di parlare del film nel dettaglio, facciamo un passo indietro e ricordiamone la storia travagliata. La vita rubata doveva inizialmente
In una serata televisiva ricca di novità, va in onda su RaiUno anche un film tv che ha fatto parecchio parlare di sé: La vita rubata, il cui protagonista è il bravo Beppe Fiorello. Prima di parlare del film nel dettaglio, facciamo un passo indietro e ricordiamone la storia travagliata. La vita rubata doveva inizialmente andare in onda lo scorso novembre, ma una richiesta di sospensione da parte dell’allora Ministro Clemente Mastella – in riferimento al processo ancora in corso -, l’aveva fatta rinviare a data da destinarsi. Dopo varie “consultazioni” però, la Commissione di Vigilanza Rai ne ha approvato la messa in onda in periodo di garanzia.
Potremo quindi stasera seguire questo film tratto da una storia vera e purtroppo tragica, quella di Graziella Campagna, la diciassettenne siciliana uccisa dalla mafia nel 1985. Una nota avverte che La vita rubata, prodotta da Albatross Entertainment con RaiFiction, vuole ricordare Graziella Campagna attraverso una ricostruzione dei fatti, così come accertati dalla sentenza di primo grado del Tribunale di Messina, e come tale condizionabile dai seguenti gradi di giudizio.
E quanto ricostruito parla di un omicidio, avvenuto il 12 dicembre 1985. Graziella l’estate precedente aveva iniziato a lavorare in una lavanderia, per guadagnare qualche soldo e uscire dalla famiglia. Quella fatidica sera, la ragazza non torna a casa e qualche giorno dopo il suo cadavere viene trovato a pochi chilometri di distanza. Nessun motivo, nessuna ragione apparente dietro l’efferato omicidio. Un omicidio su cui nessuno sembra voler indagare, eccetto il fratello Pietro (Beppe Fiorello), carabiniere, per il quale quella morte misteriosa diventa un’ossessione ed una ragione di vita.
Un’indagine, durata vent’anni, porterà lui e la sua famiglia a scoprire il male che viveva intorno a loro in quella provincia apparentemente tranquilla, ma dove la mafia faceva svernare latitanti coperti da una rete di complicità, connivenze e depistaggi. La storia di Graziella è una storia ancora oggi aperta e bruciante, fatta di violenza e di ingiustizia, di sopraffazione e di segreti inconfessabili. È una storia che commuove e indigna, una di quelle storie che non dovrebbero accadere mai e di cui purtroppo la storia del nostro paese è costellata.
Un giallo che è anche un viaggio nel lutto fino alla sua definitiva elaborazione. Una storia di tragedia e di pietà, ma anche di amore, un amore poco raccontato nei film, capace di sacrifici e abnegazione, profondo, meno effimero delle passioni ma più duraturo: quello tra un fratello e una sorella. La sceneggiatura è stata scritta con l’aiuto della famiglia Campagna e soprattutto di Pietro, e dell’avvocato Fabio Repici che ha curato gli interessi di parte civile della famiglia. I produttori sono Alessandro Jacchia e Maurizio Momi con la loro società Albatross.
Autore della sceneggiatura, e regista del film è Graziano Diana, al suo debutto nella regia, ma che come sceneggiatore ha al suo attivo film di grande successo popolare e di critica, come Ultrà sul tifo calcistico, La scorta su uno dei momenti più drammatici della lotta dei magistrati contro la mafia nei primi anni ’90, Un eroe borghese sulla vicenda dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, liquidatore della Banca Privata di Sindone, ucciso da un killer della mafia nel 1979.
Le riprese sono realizzate nei luoghi veri dove la storia ha avuto luogo: Messina, Villafranca e Saponara, il paese dove viveva Graziella e dove ancora vive la famiglia Campagna, e dove il sindaco ha dedicato la piscina comunale alla sua memoria, e ha aderito con interesse all’iniziativa del film.