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Nel 2008, “Affari tuoi” non cambia: parliamone

Ieri sera, al ritorno dell’appuntamento quotidiano di “Affari Tuoi” alle 20.40 su Raiuno, quando Flavio Insinna si è fatto trovare ineditamente elegante, con la barba incolta, inneggiando ad un programma rivoluzionato, qualcuno avrà sperato che il miracolo fosse avvenuto. E invece niente, era una burla.C’è un processo certo nei game show televisivi, un po’ lo

di aleali
10 Marzo 2008 08:00

Affari TuoiIeri sera, al ritorno dell’appuntamento quotidiano di “Affari Tuoi” alle 20.40 su Raiuno, quando Flavio Insinna si è fatto trovare ineditamente elegante, con la barba incolta, inneggiando ad un programma rivoluzionato, qualcuno avrà sperato che il miracolo fosse avvenuto. E invece niente, era una burla.

C’è un processo certo nei game show televisivi, un po’ lo stesso che nasce con i giochi in scatola: il regolamento e il packaging possono essere piacevoli e versatili quanto si vuole, ma dopo qualche tempo i giocatori (e gli spettatori del gioco) diventano come piccoli tossicodipendenti assuefatti: si emozionano meno, si stufano presto. Nella maggior parte dei casi, senza porsi il problema, si butta tutto via. Nel nostro caso italiano si opta invece per il deterioramento dell’illusorio marmo, fino a quando gli ascolti terranno.

Dopo il rinnovamento di studio e conduttore nel 2006, esclusa la costruzione dell’incognita “Pacco X“, “Affari Tuoi” non è cambiato di una virgola. Proviamo a prendere come spunto di riflessione analitica tre versioni piuttosto diverse del format: quella australiana, quella canadese e una piuttosto simile ma con ottimi connotati realizzata in Inghilterra. Escludiamo a priori Francia (fotocopiato), Spagna e Paesi Bassi, dove il gioco è costruito sotto tutti gli aspetti in maniera identica, e se fosse possibile, ancora più noiosa.



La versione australiana, terza dopo quella messa in onda nei Paesi Bassi e in Germania, ha alcuni elementi interessanti: il “Supercase“, nel quale a fronte di una vincita nella fascia intermedia, si può decidere di accettare il contenuto di una valigetta (in Australia e in molti altri Paesi usano le valigette e non le scatole) al posto del suo premio. Altra variante è il “Double or nothing“, nel quale il giocatore può scegliere di poter vincere il doppio della somma del proprio pacco, scegliendo una tra due valigette proposte a fine gioco. Nel caso si scelga quella sbagliata, si perde tutto. La stessa variante finale è stata utilizzata scommettendo solo una percentuale della somma vinta.

Nella versione canadese
è l’immagine a fare da padrone: niente concorrenti ad aprire i pacchi, ma tantissime vallette, una per valigetta. Una bellezza sensuale ed educata che sa come tenere la tensione alta, giocando con il concorrente e pronunciando la frase giusta al momento giusto. Niente a che vedere con le nostre Miss che hanno proposto in alcuni speciali.

La versione UK
è praticamente identica a quella italiana, se non per l’atmosfera dello studio, molto più essenziale, con meno pubblico, dai toni naturalmente tensivi. Niente attese inutili, ogni apertura di pacco è uno shot quasi diretto, improvviso, anche nelle battute finali. Per chiudere il tour con uno sguardo più generale, molte versioni europee e internazionali (non in Italia, ma nella vicina Spagna sì, ad esempio) viene utilizzato un metodo meccanico per accettare o rifiutare: si usa un pulsante rosso e un “tappo” per declinare l’offerta, rispondendo quindi visivamente alla solenne domanda, ormai implicita nel nostro paese, “Rifiuti o vai avanti?“.

Di stimoli per ragionare sul format ce ne sono parecchi. Quali di queste alternative vi intriga maggiormente? Quali altre idee potrebbero essere messe in campo per ridare pepe al format? La discussione, anche nel caso in cui non cambiereste nulla o buttereste nel dimenticatoio (con intelligenza) tutto il programma, è aperta.