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Fra i due litiganti, La vita rubata

La notizia di ieri non è il risultato del Grande Fratello. La notizia di ieri non è nemmeno il flop di X Factor – lasciatemelo dire, come se non fosse stato sottolineato abbastanza: letteralmente, e ingiustamente, mandato al massacro in un lunedì da leoni -, a meno che qualcuno non pensasse davvero che il talent

12 Marzo 2008 09:39

La notizia di ieri non è il risultato del Grande Fratello. La notizia di ieri non è nemmeno il flop di X Factor – lasciatemelo dire, come se non fosse stato sottolineato abbastanza: letteralmente, e ingiustamente, mandato al massacro in un lunedì da leoni -, a meno che qualcuno non pensasse davvero che il talent musicale potesse impensierire il reality. Non poteva, per collocazione e forse anche per italica predisposizione del pubblico a casa. Ma tant’è.

La notizia di ieri è il fatto che la serata è stata vinta da La vita rubata. Ed è una notizia perché fra il reality conclamato e il talent show nuovo, emerge un modo se vogliamo tradizionale di fare fiction all’italiana, ma che regala una grande interpretazione di Beppe Fiorello e soprattutto è uno straordinario atto di denuncia. Lo sottolinea il consigliere d’amministrazione RAI Rizzo Nervo: una denuncia

delle connivenze e delle collusioni che hanno caratterizzato nella storia di questo paese i rapporti tra organizzazioni mafiose e ‘pezzi’ delle istituzioni. Quella di Graziella Campagna è una storia vera che la Rai, con ‘Chi l’ha visto’ e ‘Misteri d’Italia’, aveva portato già anni fa all’attenzione dell’opinione pubblica e per chi come me ha sempre creduto nel servizio pubblico radiotelevisivo anche questo è un motivo di grande soddisfazione



E allora, questa televisione che tanto fa discutere, che genera fazioni, botte e risposte, a volte fa anche riflettere. Fa riflettere e propone un modello culturale vincente (così si definisce, no, chi viene premiato dall’Auditel?). Per questo, mi permetto di gioire del risultato, e di proporvi un nuovo estratto dalle testimonianze di Beppe Fiorello. La Sicilia non è la mafia. Se si può ancora dire in televisione e in prime time, bisogna applaudire.