“Percorsi”: ritratti sociali. Il centro è la vita (non la tv)
Esistono programmi come “Percorsi“, in onda ogni martedì su Raitre alle 23.45, che hanno l’abilità di saper dimostrare che il talk giornalistico esiste ancora e può mantenere la sua semplicità strutturale. Il programma, cominciato a inizio gennaio e giunto alla sua nona puntata, si pregia di una brava giornalista, Anna Scalfati . “Percorsi” è un
Esistono programmi come “Percorsi“, in onda ogni martedì su Raitre alle 23.45, che hanno l’abilità di saper dimostrare che il talk giornalistico esiste ancora e può mantenere la sua semplicità strutturale. Il programma, cominciato a inizio gennaio e giunto alla sua nona puntata, si pregia di una brava giornalista, Anna Scalfati . “Percorsi” è un piccolo ma significativo forum di discussione “sul posto”, senza l’artificio di uno studio televisivo. In questa puntata dedicata alle nuove norme per i tifosi negli stadi italiani, a pochi giorni da “Roma-Manchester“, la puntata si è svolta all’esterno del Fan Club della Roma alla Garbatella.
Ragionamenti informativi e ospiti intelligenti: nessuno ha una presenza caricaturale, rappresentando punti di vista definiti ma non incontrovertibili. I servizi mostrati come parentesi di approfondimento all’interno della discussione sono spesso interviste esclusive o preziosi filmati di repertorio Rai. Le domande della Scalfati sono ficcanti e i contenuti di enorme interesse costruttivo.
L’obiettivo è la creazione di un ritratto sociale non spettacolarizzato, dove lo spettatore può formarsi un opinione specifica valutando tutte le divergenze in idee, ruoli e di generazione. Se la parola reality avesse perso totalmente il suo significato originale per diventare un genere di serie B, “Percorsi” rappresenterebbe una delle migliori espressioni della vita in tv, così com’è e basta.
Il segreto? Riunire molte persone che hanno qualcosa da dire su un argomento a loro caro, dove è visibile il loro completo disinteresse alla presenza delle telecamere. Se non ci fossero le luci e gli obiettivi, la discussione sarebbe identica e allo stesso modo accesa e costruttiva. Purtroppo certi contenuti di così grande interesse (ancora una volta) sono relegati ad orari notturni, riducendo i margini di godimento e la soglia di attenzione. Tanto ormai è risaputo: i programmi di grande qualità devono faticare dieci volte tanto per acquisire posizioni doverose in palinsesto. La notte è una piccola isola (in)felice per i programmi che meritano attenzione.