“Le vite degli altri” è il nuovo programma di La7 in 60 puntate e 12 settimane di programmazione che sperimenta alle 11 e mezza del mattino un genere televisivo abbastanza collaudato in tv, quello della biografia televisiva, con sfumature analitiche molto interessanti.
Il programma, condotto dalla bella 39enne Tiziana Panella, ex giornalista Rai (Chi l’ha visto?; I Fatti vostri; Il raggio verde) approda nel 2002 (con una parentesi politica) a Tg La7 e Omnibus Week-end. Ogni giorno, un personaggio poco scottante ma di grande interesse viene raccontato nelle tappe della carriera e di vita insieme ad un ospite in studio competente per passione, lavoro o identico mestiere. Per commentare e approfondire con intelligenza l’uomo prima ancora che il personaggio pubblico.
Niente gossip ad effetto, solo fatti di vita privata e lavorativa che diventano spunto per una riflessione più ampia dai connotati quasi sociologici. La vita controversa dell’attore Sean Penn diventa pretesto per parlare in studio con Monica Guerritore di oppressione dei media, le intenzioni che si celano dietro le missioni umanitarie dei vip e le tecniche attoriali adottate per interpretare ruoli complessi e di grande impatto sociale.
Le parole si snocciolano talmente bene e con cognizione di causa, che quasi sembra un programma radiofonico. Troppa sobrietà forse e poco impegno nell’accoglienza dello spettatore per essere un programma dell’ora di pranzo, ma trattandosi di un alternativa a programmi fin troppo accoglienti, è forse giusto che sia così.
C’è da dire che il continuo ricambio di personaggi oggetto di monografia e di ospiti non aiuta la fidelizzazione. Ma il messaggio informativo e istruttivo passa perfettamente. Avere l’opportunità ogni giorno di conoscere l’aspetto meno banale della vita degli altri, aiuta a conoscere meglio la propria, per quanto dissimile possa essere.