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Grande Fratello, Mirko, la bestemmia e la “morale comune”

Il caso sarà certamente noto a tutti. Ieri i telespettatori del Grande Fratello 8 hanno potuto assistere ad una nuova “cacciata” di un concorrente colpevole di essersi macchiato del “peccato originale” dei Reality, probabilmente l’unico “peccato” per il quale non è previsto perdono di sorta in quel contesto: l’aver pronunciato in diretta di una bestemmia.

8 Aprile 2008 15:33



Il caso sarà certamente noto a tutti. Ieri i telespettatori del Grande Fratello 8 hanno potuto assistere ad una nuova “cacciata” di un concorrente colpevole di essersi macchiato del “peccato originale” dei Reality, probabilmente l’unico “peccato” per il quale non è previsto perdono di sorta in quel contesto: l’aver pronunciato in diretta di una bestemmia. Mettiamo subito in chiaro un paio di punti fondamentali, non stiamo parlando di un caso di stato, nessuno qui vuol stracciarsi le vesti per il provvedimento punitivo e per la reazione di Endemol.

L’obiettivo è piuttosto quello di proporre, nel nostro piccolissimo, una riflessione.
Se c’è una cosa che colpisce nella vicenda è la formula con la quale il Grande Fratello ha comunicato l’esclusione immediata dal programma: Mirko Sozio deve uscire dalla Casa perchè ha pronunciato“un’espressione offensiva per la morale comune“.

La “morale comune” (senza polemica alcuna c’è da notare la curiosa mancanza di un qualsiasi riferimento al fatto che stiamo parlando della “morale cattolica“), il mostro pantagruelico dalle forme e confini misteriosi ha colpito ancora ed ha mietuto un’altra vittima. Ci saranno certamente stati dei telespettatori che si saranno sentiti offesi dalla volgare associazione fra “Dio” e il meno nobile degli animali della fattoria, ma siamo sicuri che sia giusto fermarsi qui?
Siamo davvero sicuri che tutto ciò che riguarda la “morale comune” si possa esaurire nel kafkiano automatismo “bestemmia in diretta = esclusione dal programma“?

Possibile che nessuno, specialmente quanti hanno dimostrato una netta disapprovazione nei confronti del “bestemmiatore Mirko”, provi fastidio in un meccanismo del genere?

In quanti si possono realmente ritenere aderenti ad una “morale comune” che tollera qualsiasi tipo di cattiva parola in diretta ed un dibattito di un paio d’ore in prima serata incentrato sul comportamento di un concorrente che come in una qualsiasi osteria si vanta con i suoi compari con riferimenti piuttosto espliciti al tipo di interazione sessuale appena intercorsa fra lui ed un’altra concorrente?

Il rischio è che questa “allergia” ad espressioni, per quanti grevi, diffusissime nel quotidiano finisca per essere l’insignificante foglia di fico che copre quel mare di volgarità maleodoranti entrate nel naturale scandirsi della programmazione televisiva. Almeno, questa è l’impressione di chi scrive.

Secondo voi?

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