Don Matteo è razzista? Un po’ di cronaca “nera” della fiction tv
Il tasto dolente del razzismo continua a minacciare la buona fede della programmazione televisiva. Nel caso di Denny Mendez, discussa Miss Italia di colore, si rivelò in passato un alibi per giustificare le sue pecche professionali, dopo il cocente flop della sua fiction da protagonista Chiaroscuro (e dire che al suo fianco c’era persino Nino
Il tasto dolente del razzismo continua a minacciare la buona fede della programmazione televisiva. Nel caso di Denny Mendez, discussa Miss Italia di colore, si rivelò in passato un alibi per giustificare le sue pecche professionali, dopo il cocente flop della sua fiction da protagonista Chiaroscuro (e dire che al suo fianco c’era persino Nino Manfredi):
“La Tv è molto più indietro della società. In altri Paesi, come gli Stati Uniti, è normale che in un telefilm siano presenti tutti i colori di pelle. Da noi, no. Le storie d’amore ci sono solo per le bionde con gli occhi azzurri e i capelli lisci: mai una ragazza abbronzatina o una cinese. Ed è solo questione di colore, appunto. E io, perchè devo fare sempre la colf, la pupa del boss, quella che non si integra o la prostituta?”.
A smentire la nomea di tv razzista affibbiata alla tv italiana, il grande successo di Fiona May nella scorsa stagione televisiva, che l’ha vista prima trionfare a Ballando con le Stelle e poi come attrice della fiction Butta la luna, di cui è stata confermata una seconda stagione. A suo tempo, sempre a tal proposito, la nostra Debora rilevò una condivisibile leggerezza di fondo, più che un indice di razzismo vero e proprio, nel rappresentare in tv tematiche multietniche, dando una visione stereotipata degli immigrati, quasi che “un nero valga l’altro”.
Veniamo a noi e al nuovo caso televisivo che scuote l’opinione pubblica per le forti ripercussioni sociali. L’attrice Shukri Said, trentacinquenne ex miss Somalia, che vive e lavora in Italia da 15 anni, ha deciso di fare causa alla Lux Vide e alla Rai per mobbing. Motivo? Il suo personaggio nella serie Don Matteo, terminata ieri sera su Raiuno, è sparito dopo le prima puntate:
“Quando sono stata chiamata dalla produzione, mi hanno detto che dovevo impersonare l’assistente del capitano, interpretato da Simone Montedoro, con cui ho fatto il provino. La mia Jamila, una vera novità nella serie, doveva avere peso nello sviluppo della storia, ma non è andata così. All’inizio delle riprese, ho chiesto invano il profilo del personaggio che, via via, è andato scomparendo: sono stata ridotta a una comparsa, poi scomparsa del tutto”.
Il produttore Luca Bernabei della Lux ha definito ridicole le sue accuse, dichiarando che Shukri era stata scritturata per venti pose e le ha fatte tutte. L’ex modella somala, per non farsi mancare nulla, ha aggiunto alle accuse di discriminazione razziale anche quella di discriminazione come donna, visto che il suo personaggio rischiava di minare il maschilismo imperante nella fiction:
“Ero l’unico personaggio femminile nella caserma di Don Matteo e il mio ruolo avrebbe potuto inserire nella serie problematiche nuove”.
Anche a tal proposito Bernabei sottolinea che, indipendentemente dal colore della pelle, vengono fatte delle scelte logistiche a monte, per cui un personaggio va avanti se si mantiene coerente con la chiave narrativa. Il rischio, dunque, che Jamila non fosse all’altezza del ruolo è stato profilato dallo stesso Corriere della sera, che ha divulgato approfonditamente la vicenda dando l’ultima parola a Bernabei:
“Accusare la Lux Vide di discriminazione è assurdo: noi, che abbiamo realizzato in tv una Bibbia interconfessionale, siamo sempre stati corretti. Shukri è una brava attrice, ma il mobbing che c’entra? Noi le abbiamo dato un’opportunità. Se la prendesse con chi non gliel’ha data”.