Un Ciclone in Famiglia 4, ovvero la deriva(zione) del 3
“Voglio il mio cd, voglio il dvd, voglio uscire con Raoul Bova”.… Ehm, no comment! Dove avevamo lasciato il Ciclone Boldi? A un cross-over, a dire il vero passato molto più inosservato di quello dei Cesaroni. Se Amendola e parentado sono finiti dritti a C’è posta per te, il genero del Fumagalli senior aveva vinto
“Voglio il mio cd, voglio il dvd, voglio uscire con Raoul Bova”.… Ehm, no comment! Dove avevamo lasciato il Ciclone Boldi? A un cross-over, a dire il vero passato molto più inosservato di quello dei Cesaroni. Se Amendola e parentado sono finiti dritti a C’è posta per te, il genero del Fumagalli senior aveva vinto il Grande Fratello, con tanto di cameo di Alessia Marcuzzi. Vista la fama dirompente ottenuta da Adriano Dominici, il suocerino interpretato da Boldi ne aveva approfittato non solo per un condono edilizio dopo aver costruito su terreno abusivo, ma persino per un posto in prima fila come onorevole alla Camera (non prima di aver mediato per l’elezione del sindaco di Menaggio).
Un magna-magna destinato a degenerare ha così trasformato lo spiritoso capofamiglia in un politico cinico e calcolatore, una sorta di macchietta dei peggiori film tv di Pingitore. A metà tra Paparazzi e Commedia Sexi di Bonolis, il nuovo Ciclone si è messo in testa di fare satira sul potere, arruolando come sfottò a Vallettopoli le varie Giulia Montanarini e sfoticchiando il governo nello stesso stile del Bagaglino. Risultato? Rivederli sugli schermi si è rivelato più fallimentare e indigesto di come li avevamo lasciati.
Va detto, infatti, che questo Ciclone in Famiglia 4 nasce come deriva(zione) di una terza stagione che ha floppato nel primo periodo di garanzia. L’idea, in partenza, era quella di gestirne la messa in onda all’americana, mandando prima quattro episodi in autunno e poi gli ultimo quattro, di post-produzione, a gennaio.
Ma gli slittamenti dei palinsesti e le norme della par condicio hanno imposto un ulteriore rinvio della programmazione, perché i contenuti di quest’inizio di ciclo sarebbero stati troppo “polemici” in tempo di elezioni. Così si è pensato di rendere indipendenti le due stagioni, sperando che un nuovo inizio portasse fortuna. Della serie, “dimostriamo che siamo arrivati a produrne 4”.
Peccato che, dopo aver tirato fin troppo la corda, si è riusciti a cadere ancora più in basso. Non bastavano i continui viaggi nelle mete più improbabili, una sceneggiatura ai limiti dell’incredibile e dei tormentoni triti e ritriti per affossare il buon successo della prima stagione.
Ci è voluta la svolta cattivista per dare al Ciclone il colpo di grazia, vista l’enorme distanza negli ascolti rispetto ai Cesaroni, nelle ultime due sere che li hanno visti dividersi il prime time. Pare che, dopo due settimane di co-abitazione, le ultime due puntate della fiction siano destinate a riappropriarsi dell’intera prima serata. Andrà davvero così?