Quo vadis, Baby? Un esperimento e basta.
Questa sera alle 21 su SKY Cinema va in onda il secondo episoio di Quo vadis, Baby?, dal titolo La ragazza dei rospi, da cui è tratta la clip qui sopra, anteprima ufficiale dell’episodio tratta dalla martellante campagna ufficiale di promozione della serie, via blog. Parlarne, con un po’ di[…]
Questa sera alle 21 su SKY Cinema va in onda il secondo episoio di Quo vadis, Baby?, dal titolo La ragazza dei rospi, da cui è tratta la clip qui sopra, anteprima ufficiale dell’episodio tratta dalla martellante campagna ufficiale di promozione della serie, via blog.
Parlarne, con un po’ di ritardo rispetto al primo episodio, forse con troppo anticipo rispetto alla fine della serie, mi mette un po’ in imbarazzo: avrei voluto aspettare, ma bisogna dirne qualcosa. E mi mette in imbarazzo, dirne qualcosa, perché siamo sempre qui a scrivere che vorremmo una fiction diversa, in Italia, più incisiva, più americana, più bella, più attuale. E questo Quo vadis Baby ci prova, a fare tutto questo, a essere emozionante, a affrontare tematiche attuali in maniera differente. Però ci prova, appunto. Ci prova e basta. E la mia recensione, forzatamente, non sarà positiva.
QVB è un esperimento – e lasciamo perdere il fatto che sia stato tratto da uno dei film italiani più sopravvalutati di sempre, a giudizio del sottoscritto -. E’ un esperimento interessante, encomiabile: finalmente si produce qualcosa di diverso, finalmente si cerca di fare lunga serialità in maniera intelligente. Ma è un esperimento da sistemare, per quel che ho avuto modo di vedere.
Il primo episodio non mi ha convinto, non mi ha emozionato: non mi convince la scrittura, un po’ troppo scritta, appunto, infiocchettata. Non mi convince la recitazione: a volte è affettata, a volte è poco curata, a volte gli attori sembrano mal diretti, a volte sembra si sfiori il ridicolo involontario. Non ha nulla a che vedere con l’elevatissima qualità recitativa del modello americano cui QVB vorrebbe ispirarsi.
La realizzazione tecnica è un altro bell’esperimento, sia chiaro: girare in HD, cercare soluzioni inedite per i linguaggi abituali della fiction nostrana, sono tentativi da lodare. Però, non bastano una fotografia molto colorata (anche troppo) e un montaggio serrato e fatto di jump cut e scavalcamenti di campo per fare stile di regia; e in più lo stile di regia dovrebbe adattarsi alla storia: ha poco senso, per fare esempi pratici, filmare e montare un dialogo come quello qui sopra come se fosse uno scambio di eroina.
In definitiva, non mi sento di condividere certi toni entusiastici. Salvo l’intento.
Definirla, come avviene nel trailer che segue
la straordinaria serie evento prodotta da SKY Cinema
(sic) mi sembra un po’ troppo. Anche per una frase da trailer. Quo vadis, Baby? è un esperimento, e basta.
C’è da augurarsi che sia un esperimento che spiani la strada a produzioni del genere: da qualche parte bisogna pur iniziare.