Wind Music Awards 2008: quasi meglio di Sanremo
Wind Music Awards 2008: nessuna introduzione, nessun saluto, false solennità che struccate sono solo scusanti per mostrare esibizioni live di artisti conclamati. Il motivo di interesse per chi vi scrive erano le due conduttrici: Cristina “prima ride poi parla” Chiabotto e Rossella “sono bella e ballo quando mi pare” Brescia. Due donne di tv, due
Wind Music Awards 2008: nessuna introduzione, nessun saluto, false solennità che struccate sono solo scusanti per mostrare esibizioni live di artisti conclamati. Il motivo di interesse per chi vi scrive erano le due conduttrici: Cristina “prima ride poi parla” Chiabotto e Rossella “sono bella e ballo quando mi pare” Brescia. Due donne di tv, due perché molto diversi.
Viste vicine sono rigorosamente stonate, anche se la loro non professionale tecnica aveva il suo perché. Perché non erano autoreferenziali, perché portavano avanti la registrazione con la professionalità di chi non deve realizzare lo spettacolo di se stesse. Peccato che le domande più stupide e le marchette più evidenti (a milioni in 5 ore di trasmissione nei due giorni di messa in onda) erano poste con il garbo di chi sta lavorando nella filiera televisiva. Magari un po’ più di pathos, un’altra volta.
Non mancava nessuno su quel palco: una stanca Paola Perego, Giorgio Pasotti (che vuole strappare l’emozione citando Pavarotti, non riuscendoci), Giorgio Panariello nelle vesti di Clonato Zero, la piaciona Mara Venier che come al solito non riesce a tenere la bocca chiusa e palesa il fatto che è lo stesso Venditti ad aver contattato Mara per premiarlo, ma non solo.
Margherita Buy e Michele Placido con un tot di alcool nelle vene, il futuro della dinastia “Bosè” (che manco alla “Corrida”) che porta il nome di Bimba Bosè (fondamentale l’uso del décolleté per posare il microfono) , Martina Colombari (la più affascinante di tutto l’evento), per non parlare dall’Andrea Lucchetta che non ti aspetti, con tanto di capello “ma anche basta” d’ordinanza, che esordisce con inni anni novanta del tipo: “Datemi una A, datemi una Ve! Antonello Venditti!”. Per carità.
Ancora, tra presenti “premiatori” e contributi registrati: Sabrina Impacciatore, Neri Marcorè, Pippo Baudo, Gigi Buffon, Beppe Fiorello e Fiorello, Luca e Paolo, Luisa Corna e Roberto Farnesi (un’accoppiata da brividi veri), Paola Cortellesi, Federica Panicucci, Max Tortora, Marta Cecchetto, Nicoletta Romanoff, un evitabile Luca Ward che ringrazia le mamme degli artisti vincitori (?!) e una gloriosa Valeria Marini, che nei suoi abiti di taglia sempre superiore e con le calze che sembravano quasi dei fuseaux, tre ne ha dette e tre facevano rivoltare dal ridere. E ospiti musicali da far diventare il Festival di Sanremo rosso dall’imbarazzo e verde dall’invidia.
Un evento completamente evitabile, “promocentrico”, ma ben organizzato e con tanti colori musicali. Se certi programmi fossero avvalorati, puntando tanto sui live e sugli ospiti importanti sì, ma alla portata di tutto il pubblico, si farebbe davvero un buon varietà, come ormai non ne esistono più.
Ah, c’era Marco Carta che annunciava la speranza (in attesa del suo primo album) di vincere presto un premio “prestigioso” come quello, nell’abbraccio di un paterno Gigi D’Alessio. Ma non diceva di non essere presuntuoso?