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Noi due: favola scontata vietata agli over 18

Federico Costantini, nell’intervista di ieri di Share, l’aveva promesso: “Noi due” -andato in onda ieri sera, su Raidue, non è una copia di “Tre metri sopra il cielo”. Promessa mantenuta: il film -del debuttante Massimo Coglitore per 11marzofilm- si discosta dalla pellicola tratta dal romanzo di Federico Moccia, anche se l’ispirazione, più che il dichiarato

13 Giugno 2008 09:00

Noi Due Federico Costantini Giulia Steigerwalt
Federico Costantini, nell’intervista di ieri di Share, l’aveva promesso: “Noi due” -andato in onda ieri sera, su Raidue, non è una copia di “Tre metri sopra il cielo”. Promessa mantenuta: il film -del debuttante Massimo Coglitore per 11marzofilm- si discosta dalla pellicola tratta dal romanzo di Federico Moccia, anche se l’ispirazione, più che il dichiarato “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” di Enrico Brizzi, pare essere proprio il genere adolescenziale-tormentato di cui ormai siamo a conoscenza.

Fin dai personaggi principali-interpretati dallo stesso Costantini, ancora agli esordi prima del successo de “I Liceali”, Giulia Steigerwalt, vista in “Come te nessuno mai” e “L’ultimo bacio”, passando per i più adulti Claudio Bigagli e Giulietta Revel-, appare chiara l’intenzione di proporre sul piccolo schermo gli stessi stilemi dei film sbanca botteghini degli ultimi anni: ragazzi ribelli, disposti a tutto per amore, i cui genitori sembrano essere più dei fratelli maggiori capricciosi che punti di riferimento. Il tutto per garantirsi quella fetta di giovani sognatori- e soprattutto sognatrici- che i film di cui sopra li conoscono a memoria.

Se dovessimo, dunque, guardare al tipo di target che il prodotto andava a cercare, l’obbiettivo si può dire pienamente raggiunto. Peccato, però, che a tale obbiettivo non si sia affiancato quello di proporre una storia un po’ più originale, sempre col sapore della “favola”-come ha definito lo stesso attore protagonista nell’intervista sopra citata-, perché no, ma un po’ meno spazio ai momenti da fotoromanzo non l’avrebbero certamente danneggiata.

Ci ritroviamo invece di fronte ad una storia che cerca di mantenere il ritmo costruendo una serie di situazioni all’apparenza legate tra di loro, ma che in realtà servono solo ad allungare la trama ed a far sospirare di più i telespettatori: in questo senso vanno interpretati i vari momenti in cui i due protagonisti si appartano e si scambiano affettuosi gesti d’amore, tra un litigio ed un cambiamento d’umore della ragazza, dovuto alla malattia.

E se da una parte, gli amici di Jack cercano di ricordargli le sue origini con le motociclette da riparare e le prove per le gare coi figli di papà, il mondo di Greta lo assorbe sempre di più, trasformando il giovane ribelle in un affettuoso fidanzatino, amorevole e pronto a mollare tutto per partire con lei. Se ci fosse un manifesto dello zerbinismo, avremmo trovato un suo portavoce.

Tra scene poco chiare e situazioni sempre più prevedibili, si giunge ad un punto in cui non si capisce più quale sia la strada che la sceneggiatura (di Filippo e Dino Gentili, Luca e Marco Mazzieri e Giorgia Cortesi) intende percorrere: il risultato è un guazzabuglio di dialoghi, che navigano tra un “ti amo” ed un “non posso stare senza di te”, a ritmo della costante -forse anche un po’ troppo- musica degli Zero Assoluto, teen idol italiani per eccellenza che non possono mancare nella colonna sonora di un tv-movie destinato agli under 18.

Perchè, se la confusione ha preso sempre più forma durante il film, limpida come l’acqua cristallina è rimasta invece la mission, di cui abbiamo già parlato. “Noi due” si trasforma, così, più che in un racconto contemporaneo della gioventù, in un prodotto commerciale, con una collocazione studiata ad hoc -non è caso che sia andata in onda subito dopo che “I Liceali” hanno portato alla ribalta il giovane Costantini-, dei personaggi col marchio registrato ed un finale che, tanto per usare lo slang dei personaggi del film, non spacca, ma regge.

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