Massimo Ghini, contro le lobby e il pregiudizio sulla tv
Massimo Ghini è tornato all’attacco sul rapporto tra politica e tv. Il primo atto risale a circa tre anni fa, quando a una conferenza stampa si elevò a paladino della tv impegnata. A quei tempi era in tournée con Vacanze Romane, uno degli ultimi grandi spettacoli targati Pietro Garinei, e sparò a zero sulla destra
Massimo Ghini è tornato all’attacco sul rapporto tra politica e tv. Il primo atto risale a circa tre anni fa, quando a una conferenza stampa si elevò a paladino della tv impegnata. A quei tempi era in tournée con Vacanze Romane, uno degli ultimi grandi spettacoli targati Pietro Garinei, e sparò a zero sulla destra al potere.
In particolare, recriminò sul trattamento riservato dalla Rai a La Omicidi, a suo dire volutamente penalizzato dalla concomitanza con L’Isola dei famosi per la scomoda condotta politica del protagonista. A quel punto è sorto spontaneo puntargli il dito quando si è dato ai cinepanettoni. E non una volta sola, visto il lungo sodalizio contrattuale avviato con Aurelio De Laurentiis dopo il divorzio tra Boldi e De Sica.
Ora Ghini puntualizza di essere contro le lobby alla vigilia del RomaFictionFest, del cui Cda è entrato a far parte insieme al collega più rappresentativo della parte politica opposta, Luca Barbareschi:
“Mi sono sempre schierato a sinistra, ma non sono irrigimentato. Per favore non dividiamo il mondo in buoni e cattivi. Io non frequento i salotti, faccio l’attore e voglio farlo a 360 gradi. Basta con le lobby, dove c’è tanta puzza sotto al naso e, se non ne fai parte, sei uno sfigato”.
La bella intervista rilasciata dall’attore al Corriere prosegue con il lungo contenzioso tra fiction e cinema, riaperto dalle polemiche di Marco Tullio Giordana al Festival di Cannes. La situazione è secondo Ghini cambiata, ma con una costante di ipocrisia dura a morire:
“Per amore o per forza chi faceva solo cinema ora è costretto a fare i conti con la fiction, che ha salvato la vita al 60% di quelli che fanno il nostro mestiere. Ma che produzioni ci sono nel cinema italiano? Quelle televisive sono un polmone d’ossigeno”.
Il suo “Massimo” orgoglio resta, infatti, Raccontami, la fiction sbanca-Auditel che tornerà con un sequel nella prossima stagione televisiva (e in anteprima al RomaFictionFest). Anche in questo caso, però, di adattamento si è trattato, dalla versione spagnola Cuéntame. Dobbiamo andarne fieri?
“Appoggio un eventuale sciopero dei nostri autori, sono idealmente alla testa del loro corteo. Ma se vanno di più i format stranieri un motivo c’è e la colpa è di tutti. Le tv straniere, in particolare quella spagnola, permettono di sperimentare molto e i nostri produttori comprano i format all’estero perché hanno più successo. La colpa sta nel fatto che gli stessi autori fino a poco tempo fa snobbavano il piccolo schermo”.
Ci basterà quest’arringa per scagionarlo dal compromesso con i Vanzina & co e rivalutarne il curriculum a tutto tondo, da Zeffirelli a Gassman in teatro passando per Bertolucci al cinema? Una cosa è certa: Ghini è uno che ha il coraggio di essere anche impopolare se serve, ma non disdegnando la nazionalpopolarità quando è sinonimo di conoscibilità. Per molti che si nascondono dietro il falso mito del cinema d’autore, è sicuramente un atto d’onestà preoccuparsi del proprio bacino di utenza. Gli basterebbe solo una lampada hollywoodiana in meno e una fiction di qualità in più per non rasentare l’incoerenza.