Home Canale 5 Carlo Bixio (Publispei) a TvBlog: “Gireremo diversi finali per I Cesaroni 3”

Carlo Bixio (Publispei) a TvBlog: “Gireremo diversi finali per I Cesaroni 3”

Nei giorni scorsi abbiamo intervistato Carlo Bixio, il produttore di serie di successo come I Cesaroni e Un Medico in Famiglia. L’intervista è stata l’occasione anche per ripercorrere la carriera di Bixio. Pubblichiamo oggi la prima parte, domani la seconda.Per i nostri lettori che non conoscono Carlo Andrea Bixio, possiamo dare una piccola carta d’identità?

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30 Giugno 2008 12:37

Carlo Bixio, presidente PublispeiNei giorni scorsi abbiamo intervistato Carlo Bixio, il produttore di serie di successo come I Cesaroni e Un Medico in Famiglia. L’intervista è stata l’occasione anche per ripercorrere la carriera di Bixio. Pubblichiamo oggi la prima parte, domani la seconda.

Per i nostri lettori che non conoscono Carlo Andrea Bixio, possiamo dare una piccola carta d’identità? Lei nasce come discografico, ricordiamo per esempio il successo di Pippo Franco “Mi scappa la pipì papà”. Cosa l’ha spinta ad entrare nel mondo della produzione di fiction e intrattenimento?

L’incapacità del mondo della discografia di prevedere il crollo delle vendite pur constatando che la tecnologia e i nuovi media sarebbero stati pericolosi alleati. Così, non si è investito in radio e TV, esponendosi ai ricatti ed agli attacchi di chi non ha avuto voglia di rispettare il lavoro degli autori, degli editori e dei discografici.
Ho fatto in tempo però, da editore e discografico, a ricevere dischi d’oro per: Djamballa (il dio serpente), Profondo rosso dei Goblin, Gamma di Enrico Simonetti, Metti una sera a cena di Morricone, che ottenne oltre al Disco d’Oro, il Premio di Qualità, Kalimba de Luna (Tony Esposito), Mi scappa la pipì papà (Pippo Franco), Gomma Gomma (Luca e Manuela), Giù la testa (Ennio Morricone), Mamma (Pavarotti), La notte vola (Lorella Cuccarini), Bolero (Francis Lai) e perfino un successo dance: I can stand it.

All’epoca il disco d’oro veniva riconosciuto a chi vendeva un milione di copie certificate; oggi ne bastano diecimila! Posso dire con orgoglio di aver portato la mia società al primo posto nelle hit parade di Italia, Francia e Stati Uniti per 107 settimane.
In quegli anni firmai tre importanti esclusive: con la Titanus, con l’Euro International Film e infine con la Rizzoli. Ed il gruppo ottenne così la leadership nel genere colonne sonore. Iniziammo così le fortunate collaborazioni con registi di fama internazionale.
Ma soprattutto ho fatto in tempo a godere del privilegio di avere un padre speciale, sia come uomo che come genio creativo. La canzone italiana è mia parente stretta. Infatti, Cesare Andrea Bixio, mio padre, è stato anche il “papà” della canzone italiana, componendo le più belle e famose melodie dagli anni ’20 fino agli anni ’50.”

Che ricordi ha di Gianni Ravera, suo socio in Publispei e colui che la fondò nel 1974?

Un grande ed immenso rispetto per le sue innate doti di organizzatore e grande talent-scout. Ci capiva davvero. Gianni Ravera è in parte responsabile del mio graduale spostamento di ruolo.
Eppure, come è strana la vita. Gianni e Marco Ravera, suo figlio, colpiti entrambi prematuramente da una malattia devastante. Fino a pochi giorni prima di morire li ho visti lavorare per ciò che era loro più cara: la musica. Per me è stato come veder spegnere il primo atto della mia vita
.”

Elena Sofia Ricci, Claudio Amendola - I CesaroniTra le produzioni di intrattenimento realizzate da Publispei c’è stato anche un Festival di Sanremo che ottenne ascolti oggi impensabili. Quale ritiene possa essere la sua ricetta per rilanciarlo? Come vede il ritorno di Paolo Bonolis alla conduzione?

L’Italia è ormai parte dell’Europa. Il festival di San Remo è stata un esperienza interessante e detenere il record di ascolto ancora imbattuto mi rende orgoglioso.
In ogni caso il Festival non può perdere la caratteristica di gara canora. Quello che non capisco è il motivo per il quale solo gli artisti italiani debbano sfidarsi tra loro. Il Festival dovrebbe assumere una dimensione più internazionale. Il confronto con gli autori e gli artisti esteri darebbe nuova linfa e originalità alla gara canora. Inoltre consegnare tutto il Festival nelle mani di un solo presentatore in qualche modo lo limita. Finisce per essere un’appendice delle sue trasmissioni
. “

La stagione appena trascorsa è stata di grandi successi per la Publispei. Si aspettava un tale riscontro di pubblico e soprattutto su quale serie aveva scommesso alla vigilia?

Naturalmente I Cesaroni. Io però non scommetto mai sul successo, ma su idee e persone che lo rendono possibile. Per questo la nostra società investe in ricerca ancora prima della realizzazione del prodotto.”

Ci racconta come è nato il successo del Medico in Famiglia, prodotto in onda su Telecinco e poi approdato con enorme successo in Rai? Fu proposto anche a Mediaset?

Un Medico in Famiglia

La prima serie fu pagata dalla Rai come un programma di seconda serata. Costò a me ben 3 miliardi in più di quanto la Rai mi riconobbe, ma in quel momento decisi di investire nel mio nuovo lavoro di produttore di fiction.
Medico in famiglia è stato il serial di maggior successo nella storia della TV italiana. Più di 2 miliardi di spettatori hanno seguito le 182 puntate e le repliche finora andate in onda. La ricetta del successo? Sceneggiatori adatti alla commedia italiana, registi giovani ed attori tutti ben scelti che venivano da esperienze diverse.
Una curiosità: in Spagna, paese d’origine del format, la fiction si chiama Medico de familia. In Italia lo abbiamo chiamato Medico in famiglia. Una locuzione che ha rafforzato il concetto di Family rispetto all’Hospital, della versione spagnola.
La nostra visione ci ha dato ragione: la versione italiana di Medico è entrata nella top ten delle fiction europee al 4° posto (fonte Eurofiction)
.”

Il successo dei Cesaroni di quest’anno dimostra quanto il filone della commedia in questo momento funzioni in televisione. Ha in previsione di portare nuovi prodotti sullo stesso stile in Italia?

Stiamo lavorando ai progetti serali del 2010/2011. Ragioniamo così: il più grande momento del Cinema italiano è stato quello della commedia all’italiana. Da lì sono usciti Sordi, Manfredi, Tognazzi, Vianello, Gassman, la Vitti ecc.. Quel pubblico non va più al cinema ma guarda la TV. Allora riconquistiamoli con la stessa ricetta.
E’ valso per I Cesaroni e per Medico in famiglia e varrà in futuro per i nuovi prodotti seriali Publispei
. ”

Matteo Branciamore, Alessandra Mastronardi - I CesaroniCome è nata l’idea di realizzare un film sulla storia di Eva e Marco? E come mai la decisione di trasmetterlo in contemporanea in 18 sale cinematografiche italiane cosa accaduta anche per Sin Tetas in Spagna?

Realizzeremo presto un film con Matteo Branciamore ed Alessandra Mastronardi. Per ora lo stiamo scrivendo e le riprese cominceranno tra circa 6 mesi, ma sarà totalmente sganciato dall’andamento della serie, è un’altra cosa. Altra storia è stata la proiezione al cinema dell’ultima puntata de I Cesaroni: hanno riempito le sale in tutta Italia creando un fenomeno di aggregazione con i nostri protagonisti.”

Si era parlato anche di un film di Un Medico in Famiglia. Come mai non è stato più realizzato?

E’ vero. Le richieste economiche degli attori, allora, lo hanno reso impossibile. Vedremo se, come per Sex end the city riusciremo a farlo in chiusura serie. “

Come ha preso l’idea di trasmettere “I Cesaroni” nell’ultima parte solo un’ora a settimana all’americana trainando poi “Un Ciclone in Famiglia” ma calando negli ascolti?

E’ stata un’idea del palinsesto, ma i tempi ed il modo non sono stati di mio gradimento. “

Si sta girando la terza serie de “I Cesaroni”. Abbiamo visto come si è conclusa la seconda e letto qualche anticipazione di cast. Ci può dare qualche altra notizia in merito?

Le novità su I Cesaroni non verranno svelate nemmeno nella conferenza stampa. Buona parte delle notizie diffuse sono inattendibili. Gireremo diversi finali per non perdere la sorpresa.”

Continua domani nella seconda parte
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