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TvBlog consiglia: Brothers & Sisters, su Raidue

Continuano le prime tv di telefilm in quest’estate che ci sta regalando qualche perla seriale che non può non farci piacere. L’ennesimo “regalo” ai telespettatori viene da Raidue, che da questa sera (ed anche domani) manda in onda -due puntate per volta- la prima stagione dell’atteso “Brothers and sisters”, alle 21:50 (subito dopo un nuovo

3 Luglio 2008 11:05

Brothers and Sisters
Continuano le prime tv di telefilm in quest’estate che ci sta regalando qualche perla seriale che non può non farci piacere. L’ennesimo “regalo” ai telespettatori viene da Raidue, che da questa sera (ed anche domani) manda in onda -due puntate per volta- la prima stagione dell’atteso “Brothers and sisters”, alle 21:50 (subito dopo un nuovo episodio di “Ghost Whisperer”).

“Brothers and sisters” (a cui dedichiamo una gallery) non è il solito telefilm. Basta l’episodio pilota per percepire le potenzialità che questa serie ha saputo sviluppare nel corso della prima stagione, regalando episodi che sanno toccare nel profondo senza mai graffiare arrogantemente.

Come già aveva detto Debora, la storia parte da un evento tanto semplice quanto drammatico, ovvero la morte di William Walker (Tom Skerritt, “La famiglia Brock”), dirigente di un’impresa familiare, che puntata dopo puntata si scoprirà aver nascosto molti segreti alla propria famiglia, a comincia dalla moglie Nora (una straordinaria Sally Field, vincitrice di due Oscar e di un Emmy per questo ruolo). Ecco che si intrecciano, allora, in maniera tanto semplice quanto avvolgente, le storie dei cinque figli Walker.

C’è Sarah (Rachel Griffiths, Brenda in “Six feet under”) che si trova a dover dirigere l’azienda -oltre che una crisi matrimoniale- assieme al fratello Tommy (Balthazar Getty, “Alias”), a sua volta in cerca di un figlio con la moglie. Nell’azienda lavora anche Saul (Ron Rifkin, Arvin Sloane in “Alias”), loro zio, che conosce meglio di tutti gli affari del padre.

Mentre Kevin (Matthew Rhys), avvocato gay, cerca di trovare l’uomo della propria vita, a scombussolare le esistenze dei Walker ci pensa anche Kitty (Calista Flockart, di ritorno in tv dopo essere stata Ally Mcbeal per 5 anni), giornalista radiofonica che accetta di lavorare per un programma televisivo.

Tra Kitty e sua madre non scorre buon sangue: non solo la prima è una repubblicana in una famiglia di democratici, ma Nora la accusa anche di aver spinto suo fratello Justin (Dave Annable) ad arruolarsi nell’esercito ed a partire per l’Afghanistan, causandogli non pochi problemi psicologici al suo ritorno.

Le vite dei Walker scorrono, tra un problema e l’altro, consapevoli dell’unità della propria famiglia. Non aspettatevi però un quadretto familiare alla “Settimo Cielo”: se c’è da litigare, i Walker non si tirano indietro, così come quando c’è da aiutarsi l’un altro.

Dove sta la bellazza di questo telefilm? Innanzitutto, nella capacità del cast di non forzare mai la mano nei loro ruoli, ma offrendo invece un ventaglio di emozioni che li rendono realistici a dir poco.

Non è da sottovalutare nemmeno la cura, oltre che nelle suggestive location, anche nelle sceneggiature, scritte con l’attenzione a non scadere nel prevedibile o in risoluzioni troppo frettolose: tutto viene raccontato col giusto ritmo e non ci sono scene riempitive. Merito di un gruppo di sceneggiatori che annovera, tra gli altri, Marti Noxon, allieva di Joss Whedon ed al lavoro su “Buffy”, “Prison Break”, “Point Pleasant”, “Grey’s anatomy” e “Private practice”.

Anche i temi affrontati sanno di nuovo: non è da tutti i giorni vedere un telefilm in cui, oltre all’ennesima storia d’amore ed alla crisi di rito, si parla anche di diritti degli omosessuali, fecondazione assisitita, guerra e politica. Se l’esitazione a seguire la serie potrebbe venire proprio dalla serietà di questi temi, state tranquilli: non ci sono paroloni nè tantomeno vengono date lezioni di vita -anche se è più che evidente da che parte stanno gli autori-.

“Brothers and sisters” ha voluto osare, proponendo un nuovo modello familiare centrato non solo sulle dinamiche del focolare ma capace -e con la voglia- di guardare all’esterno, di vivere la vita dei propri cari ma anche del proprio tempo. Uno spaccato della società che si concentra inevitabilmente sulle paure, mancate aspettative e ricerca di stabilità: anche le puntate più leggere lasciano dentro qualcosa di più di una semplice risata.

Abc -su cui andrà in onda anche la terza stagione dello show, 24 episodi da settembre- ha fatto quindi un importante passo in avanti nel racconto di una drama familiare: basta lagne, basta miele, basta rigidità e sapore di vecchio nei rapporti. Con “Brothers and Sisters” si apre una nuova strada per la famiglia in tv, ed i futuri show ne dovranno tenere conto.



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