Racconti di Vita Sera di Raitre – Edizione 2008
La tv è famelica di vite. Il contenitore si riempie di vere o presunte verità e il suo immenso spazio diventa uno specchio di una realtà mai riflessa ma filtrata nella sua eccezionalità. Perché un’esistenza dai tratti comuni è senza interesse, ovviamente. Ma in fondo tutte le vite, anche quelle più bizzarre, hanno spesso tratti
La tv è famelica di vite. Il contenitore si riempie di vere o presunte verità e il suo immenso spazio diventa uno specchio di una realtà mai riflessa ma filtrata nella sua eccezionalità. Perché un’esistenza dai tratti comuni è senza interesse, ovviamente. Ma in fondo tutte le vite, anche quelle più bizzarre, hanno spesso tratti di concreta banalità. E quando ne presenti una, è etico mostrare anche quella consuetudine che ci rende umani, normalizzati anche in tv.
Ieri, 7 luglio 2008, è cominciata la quarta stagione di Racconti di Vita Sera, cornice per documentari di “real life” di Raitre il lunedì alle 23.45, programma dove non c’è altra costruzione se non quella di chi racconta la sua storia, fatta di sofferenze, unicità e (per fortuna) noia generata dalla quotidianità. Quella stasi emozionale necessaria per evitare che il vero diventi verità impacchettata e pronta all’uso dei media.
Giovanni Anversa, ormai storico conduttore che accompagna gli eventi senza incentivi emozionali, porta su un piatto d’argento i filmati, che almeno nel caso della prima puntata legata al mondo della transessualità in connessione con il mondo del lavoro e dei rapporti sociali, ha i tratti della nudità svuotata dall’erotismo. Niente secondi fini, niente considerazioni appaganti.
Nelle prossime puntate ci si occuperà di madri privati dei figli a causa di violenze di natura politica (14 luglio), storie di anoressia e bulimia (21 luglio), l’adolescenza italiana vista da un punto di vista meno svilente e più positivo (4 agosto), i senza dimora a Milano impegnati con musica e l’arte (11 agosto), teatro e diversa abilità con il Laboratorio Piero Gabrielli di Roma (18 agosto) e storie di donne palermitane tra mafia e maschilismo (25 agosto).
I soliti temi forse. L’insolito coraggio nell’avvicinarsi a vite speciali che meritano e ottengono voci e mani narrative delicate: una vera rarità. Prendendosi il rischio che questo riciclo in veste pregiata di argomenti “pop” risulti solo una fine ruffianeria.
Queerblog, in questo caso legato all’attraversamento di genere, apprezza.