Home Serie Tv Il pilot di Fringe: le premesse per un successo ci sono (quasi) tutte

Il pilot di Fringe: le premesse per un successo ci sono (quasi) tutte

Le prime due ore di “Fringe”, l’atteso telefilm prodotto da J.J. Abrams, ha iniziato a circolare in rete qualche settimana fa. Un’astuta trovata pubblicitaria? Non si sa, ma intanto la Fox ne ha approfittato per chiedere a chi avesse visto il pilot un’opinione a riguardo. E, tanto per garantirsi un po’ più di popolarità, il

14 Luglio 2008 09:00

Fringe
Le prime due ore di “Fringe”, l’atteso telefilm prodotto da J.J. Abrams, ha iniziato a circolare in rete qualche settimana fa. Un’astuta trovata pubblicitaria? Non si sa, ma intanto la Fox ne ha approfittato per chiedere a chi avesse visto il pilot un’opinione a riguardo. E, tanto per garantirsi un po’ più di popolarità, il 6 agosto la Dc Comics pubblicherà il fumetto prequel della serie, realizzato dallo stesso team del telefilm, che in Italia andrà in onda su Mediaset Premium.

Le prime immagini che si possono vedere online di “Fringe” (qui la gallery ma attenzione: alcuni fotogrammi sono di forte impatto) ci mostrano una serie che, come promesso, vuole attirare a sé tutti i fan di “X-Files” ed affini: misteri, sguardi seri di fronte all’Inspiegabile di turno, suspense e qualche battuta buttata qua e là per smorzare la tensione. Il cast, però, non riesce a raggiungere i livelli di altezza della serie sopra citata sebbene la sceneggiatura, nonostante qualche scivolone di troppo, sia più intrigante del previsto.

Nel pilot, costato 10 milioni di dollari, un aereo atterra senza nessuno dei passeggeri e dell’equipaggio ancora in vita. Cos’è successo? Vengono chiamati ad indagare Olivia Dunham (Anna Torv) e John Scott (Mark Valley, Brad in “Boston Legal”). Tutto procede liscio quando lui rimane coinvolto in un incidente ed Olivia, legata a John sentimentalmente, si dedica anima e corpo a risolvere il caso che si rivela essere solo la punta di un iceberg fatto di cospirazioni, paranormale e indagini rompicapo, tutte inseribili nella cosiddetta “scienza di confine” (fringe, appunto).

La coppia padre-figlio del telefilm, Walter Bishop (John Noble) e Peter (Joshua Jackson), si riunisce dopo tanti anni, e qui c’è il primo scivolone a cui vi accennavamo: troppo rapido il cambiamento del padre, rinchiuso per 20 anni in un ospedale psichiatrico e cinque minuti dopo pronto a tornare nel mondo reale. Il figlio, dal canto suo, fin dalla prima scena gioca al duro che però s’è già innamorato di Olivia: dovremo abituarci ai loro giochi di sguardi.

La storia procede abbastanza bene, innovativo ma non necessario a tutti i costi l’uso della grafica che presenta a caratteri letteralmente cubitali le scene in cui si trovano i personaggi, mentre merita una nota positiva la regia, che non esagera in movimenti originali ma non è nemmeno stantia di fronte ad una storia fuori dal normale di per sé.

La Torv non dà nulla di eccezionale ma non è neanche pessima, mentre Lance Reddick (impareremo a conoscerlo nella quarta stagione di “Lost”) riesce anche qui ad inquietare nei panni dell’agente Phillip Broyles, in netto contrasto con la protagonista. Per i fan di “Dawson’s Creek”, sarà bello rivedere Jackson, cresciuto in questi anni lontani dal Joey e Dawson.

Forse “Fringe” non rivoluzionerà il genere, non porta idee nuove ed a tratti potrebbe rivelarsi prevedibile, ma questo non toglie la bontà dei primi 90 minuti. C’è fin dall’inizio la sensazione che i casi di puntata non saranno il vero piatto forte della serie, dietro il cui plot si nasconde qualcosa di molto più grosso, legato ad una misteriosa compagnia: insomma, dopo la Dharma Initiative, date il benvenuto alla Prometheus Corp ed alla Massive Dynamics.

E J.J. continua a giocare: non solo sta montando una campagna pubblicitaria ad hoc per la sua nuova creatura, ma disorienta il suo pubblico quando, nel sentire le musiche che accompagnano le varie scene dell’episodio, il riferimento al tema di “Lost” è più che evidente.

Mentre si cerca ancora di capire se il viral marketing del momento “Aladygma” sia legato in qualche modo a “Fringe” o a qualche altre creatura di Abrams, non possiamo negare che quest’ultimo e gli autori Orci e Kurtzman abbiano fatto un buon lavoro. Le basi per far diventare “Fringe” qualcosa di appassionante ci sono, ma il rischio di mettere troppa carne al fuoco e tirare un brutto tiro mancino ai telespettatori rimane.



Fringe, l\’episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
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Fringe, l'episodio pilota
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Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota
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Fringe, l'episodio pilota
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Fringe, l'episodio pilota
Fringe, l'episodio pilota