Una voce per Padre Pio: Giletti, D’Aquino e il nulla attorno
Tempo di serate di beneficenza associata alla religione in Rai: dopo “Nel nome del cuore” ieri sera in onda da Pietrelcina “Una voce per Padre Pio“, giunta quest’anno alla nona edizione. Alla conduzione, ancora una volta, Massimo Giletti (sempre più esperto di ammiccamento alle telecamere, ma fintamente più pacato, perché la religione si racconta così)
Tempo di serate di beneficenza associata alla religione in Rai: dopo “Nel nome del cuore” ieri sera in onda da Pietrelcina “Una voce per Padre Pio“, giunta quest’anno alla nona edizione. Alla conduzione, ancora una volta, Massimo Giletti (sempre più esperto di ammiccamento alle telecamere, ma fintamente più pacato, perché la religione si racconta così) e Tosca D’Aquino, tirata fuori da un freezer Rai, che recita quando presenta e parla senza mai unire le estremità delle due labbra. Pochi secondi, e dopo qualsiasi cosa, il numero per gli sms benefici sovra impressione.
Ad esaltare la profondità emotiva e culturale della serata l’attore (stavolta un po’ troppo per caso) Riccardo Sardoné, che nel leggere poche frasi, non si rende conto della lontananza del microfono e si inceppa una parola su cinque. Rendendo meno della vecchia signora che legge i salmi per far vedere gli orecchini di madreperla. Pessima figura.
Silvia Mezzanotte apre la serata con dei ballerini discutibilmente vestiti e continua un’immancabile ma anche un po’ mancata Amy Stuart. Più che un galà religioso sembra l’ufficio di collocamento singer low price (anche se sulla qualità inopportunamente investiva, niente da dire). La migliore è stata Anna Tatangelo, in piena linea di idee con il Cattolicesimo (per la canzone sull’amico gay, si capisce) che canta un raffinato playback e (anche) un ottimo live mostrandosi una donna sinceramente affezionata al frate di Petralcina. Un po’ svilente è vedere poi la grande voce di Alexia (tornata nel mercato discografico con il nuovo album “Alé”) si mostri in tv in una serata del genere, tra l’altro non live.
A testimoniare la sua fede con il canto c’è anche Little Tony, raccontando i suoi problemi cardiaci e il pensiero a Padre Pio nel momento più grave, tra la vita e la morte. Mietta, ripescata come un numero della tombola, canta il suo nuovo singolo “Direzioni Opposte”. Anche lui devota a, perchè importante è credere “in qualcuno che ti può portare lassù”. Ospite in veste musicale Enzo Decaro, una sempre più sexy Ivana Spagna ed Enzo Palumbo (???), presentati da un Massimo Giletti docile solo per mestiere che nei quattro secondi di silenzio in cui la musica deve ancora partire sfuria in modo decisamente demoniaco. E ancora, Ron e la sexy ma religiosa soprano Alma Manera.
Per i contenuti in parte utili in parte dilettevoli un documento esclusivo del 1967 solo audio nel quale abbiamo la possibilità di ascoltare in un impercettibile documento la voce di Padre Pio. Con la testimonianza di chi l’ha raccolta: il giornalista Franco Bucarelli. Poi una guarigione miracolosa (anzi, “scientificamente inspiegabili”, come direbbe il dottore interpellato) da un melanoma , quella di Giuseppe di Salemi la cui moglie, sognando Padre Pio, ha avuto il miracolo dell’improvvisa guarigione. Giletti, come una sorta di novello Piero Angela, mostra la casa di nascita di Padre Pio, per dimostrare che lui, un po’ come Gesù, è nato in una casa molto povera, anzi, in una stalla. Poi, per rincarare racconta una nuova storia di guarigione, quella di un un uomo colpito da un attacco di meningite fulminante guarito dopo una preghiera del padre di fronte all’immaginetta di Padre Pio.
Insomma: ancora una serata dovuta, doverosa, dubitabile e a tratti completamente inutile.