Napoli prima e (la Balivo) dopo
Il gobbo elettronico presenta per la seconda volta “Napoli Prima e Dopo” in prima serata su Raiuno, evento giunto ieri 25 luglio alla sua 26esima edizione, in collaborazione con un’elegantissima Caterina Balivo di oro vestita.Ospiti della serata fatta di musica e grandi interpretazioni: Albano, Mariano Apicella, la presentatrice dell’evento per cinque anni Luisa Corna, Nino
Il gobbo elettronico presenta per la seconda volta “Napoli Prima e Dopo” in prima serata su Raiuno, evento giunto ieri 25 luglio alla sua 26esima edizione, in collaborazione con un’elegantissima Caterina Balivo di oro vestita.
Ospiti della serata fatta di musica e grandi interpretazioni: Albano, Mariano Apicella, la presentatrice dell’evento per cinque anni Luisa Corna, Nino D’Angelo, un smascellato e in vena di onori di carriera non troppo ufficializzati Peppino di Capri, i prezzemolini Giò Di Tonno e Lola Ponce in una ottima interpretazione di “Cu Mme”, un’insostituibile e giovanilissima Gloriana, ambasciatrice della canzone napoletana nel mondo che ha assistito e umiliato con la sua presenza scenica teatrale la povera conduttrice senza margini di crescita Balivo.
Ancora: l’emergente Sal da Vinci, Francesco Merola, da Sanremo Mietta e Amedeo Minghi, un ridivivo Pupo cantante, una modestissima per professione Katia Ricciarelli, Antonello Rondi, Angelica Siepe, una di nuovo ingrassata (o era il vestito?) Manuela Villa e la sempre adatta Iva Zanicchi.
Due ospiti speciali hanno fatto da padrino e madrina della serata: Giancarlo Giannini, che ha letto una poesia di un anonimo messicano (??) e Sabrina Ferilli, che sempre più brillante, si è esibita in una splendida interpretazione di “Maruzzella”. Si è aggregata agli ospiti non musicali anche Silvana Giacobini. Tutti e tre hanno ricevuto dalle istituzioni locali un premio abbastanza ad hoc che avrebbero comunque dato a qualsiasi ospite fosse venuto a presenziare, probabilmente.
Vince la serata, con il merito offerto dalla ottima scaletta di interpretazioni. La tutela televisiva di certe identità regionali è un dovere della tv di pubblico servizio. Peccato che in numerosi tratti, tutto assumesse i toni della classica marchetta della città di turno, Napoli (e Sapri) oggi, perché l’obiettivo era anche quello di offrire un volto rinnovato di queste città e rappresentarle “come una volta”, ricordando che non c’è solo la pattumiera le discariche (e le esalazioni). Ma ovviamente, nessuno ha sfruttato il mezzo televisivo per parlare di soluzioni, di lavori in corso, di messa in opera di progetti. Solo un bel cambio di punto di vista. Per la ripresa del turismo locale, of course.