Prime tv d’estate: occasione per sperimentare o inutile spreco?
A giugno e luglio è stato il turno di “Brothers and sisters”, “The nine”, “Robin Hood”, “Vanished”, “I Tudors”, “Big Shots” ed altre ancora. A queste si aggiungano altri telefilm già (più o meno) collaudati negli anni scorsi, come “Squadra speciale Cobra 11”, “Ugly Betty”, “Lost”, “Close to home”, “Numb3rs” e “Supernatural”, mentre domani è
A giugno e luglio è stato il turno di “Brothers and sisters”, “The nine”, “Robin Hood”, “Vanished”, “I Tudors”, “Big Shots” ed altre ancora. A queste si aggiungano altri telefilm già (più o meno) collaudati negli anni scorsi, come “Squadra speciale Cobra 11”, “Ugly Betty”, “Lost”, “Close to home”, “Numb3rs” e “Supernatural”, mentre domani è in partenza “Dirty sexy money” e venerdì “Standoff”. Non c’è che dire: l’estate è la stagione dei telefilm.
Proposti ad ogni ora, al posto del reality o del quiz, in prima, seconda o terza serata, sia in episodi singoli che doppi o tripli, da giugno a settembre i telefilm-addicted si trovano realmente a rischio overdose. Soffermiamoci sulle prime tv, le uniche vere novità di questa calda stagione che segna -e non c’è protesta che tenga- la chiusura delle saracinesche catodiche.
Spesso, molti telefilm di ottima fattura si trovano, in Italia, ad andare in onda in mesi in cui il bacino d’ascolto inesorabilmente cala, decretando la maggior parte delle volte, già dopo i primi episodi, l’esito flop della loro uscita. Allora è giusto mandare “allo sbaraglio” alcuni prime tv che meriterebbero ben altri spazi? E’ giusto pensare a chi sta a casa ed il mare se lo sogna, offrendogli valide alternative alle solite repliche o disaster-movie, oppure meglio aspettare l’autunno e non sprecare prodotti che potrebbero essere accolti molto meglio a settembre che a luglio? Dite la vostra nel sondaggio.
D’altra parte, quello che da qualche anno a questa parte avviene in Italia è la norma per molti paesi europei, che mandano in onda anche in estate le prime tv di molti serial americani, mentre gli States propongono addirittura nuovi titoli, che spesso si rivelano fenomeni dell’anno: “Mad Men”, “Sex & the City” ed i nuovi “Swingtown” e “The secret life of the american teenager” sono andati (e vanno) in onda quando le temperature si fanno alte.
Da noi, la situazione la conosciamo fin troppo bene: per dei Tudors che deludono in prima serata, c’è una Betty che necessita un tempestivo spostamento in seconda per evitare il crollo definitivo mentre, per non urlare al flop, “Lost” viene mandato in concomitanza con le Olimpiadi. Toccherà lo stesso destino anche alla bella “Dirty sexy money”, di cui è già in cantiere una seconda stagione?
Certo è che trovare un nuovo “Dr. House” si sta rivelando più difficile del previsto, e non si prevedono spostamenti in periodi di garanzia per i personaggi che ci stanno tenendo compagnia in questi mesi. La sperimentazione estiva tanto acclamata non funziona, o forse non funzionano le storie? E siamo sicuri che, se proposti d’inverno, tutti questi telefilm otterrebbero ascolti anche se non record, sicuramente più entusiastici?
Se non dovesse essere colpa dei produttori, allora forse dovremmo puntare il dito sui “consumatori”, ovvero un pubblico sempre più avvezzo a nutrirsi di blande storie di tronisti in cerca della vera fama invece che del vero amore, o di casi umani pronti a litigarsi la telecamera davanti ad una giuria popolare o al giornalista piacione di turno?
In un sistema come quello italiano, trovare una risposta si rivela molto più arduo di quanto si possa pensare. Difficilmente vedremo una serie andare in onda puntuale nello stesso giorno fino alla fine, ed altrettanto difficilmente vedremo qualche rete osare di più d’inverno, con qualche titolo di nicchia, se non in tarda serata (e già temo per “Dexter”, da settembre su Italia1). Tanto difficile quanto vedere affermarsi una cultura del telefilm, che gli renda -quando meritato- il giusto rispetto e trattamento, pari a quello reso a tanti reality e pseudo reportage.