Castrocaro, il funerale dei talent show. Una prece alla vincitrice Simona Galeandro
Sulle note di un capolavoro dei Queen invecchiato terribilmente da Andrea Mingardi. Al cospetto della dispersa Lighea che non è quel che si dice un portafortuna. In una cornice che riesce a essere più pacchiana di Miss Italia si consuma la premiazione old-style di Simona Galeandro, Miss voci e volti da dimenticare della Raiuno agostana
Sulle note di un capolavoro dei Queen invecchiato terribilmente da Andrea Mingardi. Al cospetto della dispersa Lighea che non è quel che si dice un portafortuna. In una cornice che riesce a essere più pacchiana di Miss Italia si consuma la premiazione old-style di Simona Galeandro, Miss voci e volti da dimenticare della Raiuno agostana (qui tutti i particolari tecnici dal nostro Kaos in versione SoundsBlog) .
Castrocaro, sballottato da settembre a luglio per poi finire in piena estate, è il degno esempio di cosa resterà di questa Mamma Rai: una lapide su cui posare dei fiori intrisi di amarcord e revivalismo. Chiunque riceva i natali artistici da questa manifestazione, da qualche anno a questa parte, è destinato a morirci dentro, salvo meritarsi qualche riesumazione di rito nella tv di stato.
Prendete la reduce da X Factor Ilaria Porceddu, vincitrice con la straziante cover di Oceano nel 2004 eppure già tornata meteora a tempo di record. Oppure la bravissima Giua e l’inutile Jacopo Troiani, rispettivamente partecipante e terzo classificato della sezione Giovani di Sanremo 2008: che fine hanno fatto? E’ come se su ognuno di loro incombesse l’aggravante di un’artisticità indiscussa, per cui non hanno niente da dimostrare e quindi da aggiungere.
Ma la cosa peggiore del Castrocaro di nuova generazione, costretto a convivere con i più patinati talent show, è la sua metamorfosi in Amici per una notte. Prendete l’inimitabile concetto di sfida consacrato dalla De Filippi e vedetelo congelato in un appuntamento unico dalla concorrenza. In giuria ci sono persino Marco Mangiarotti e Mario Lavezzi, soci storici della Fascino, a richiamare lo stesso filone di artisti usa e getta distribuiti a getto continuo. Il noto giornalista musicale ha inconsciamente rilasciato una dichiarazione molto forte sul reale limite di questa manifestazione:
“Il problema di questi concorsi è che si canta perché si ha la patente per farlo, ma poi non c’è la personalità”.
Castrocaro 2008: vince Simona Galeandro e Albano diventa prete
E perciò si tenta di inserirla in target, di farne un appuntamento appetibile per il pubblico più tradizionalista dell’ammiraglia. Non a caso il fil rouge dell’intera serata è Albano, che apre lo spettacolo in abito talare raggiungendo il punto più alto della sua trasfigurazione catodica. E’ nell’ennesima riproposizione dei suoi evergreen, ravvivata qua e là da un corteggiamento spietato alla Zanicchi, che si intravede la reale priorità a Viale Mazzini: portare a casa la convenzione col marchio.
Per onorare “la linea comica” che fa pur sempre varietà hanno chiamato Maurizio Battista, giusto per non farci sentire la mancanza di Gabriele Cirilli e Biagio Izzo che c’avranno famiglia pure loro. Si fanno i turni nell’estate televisiva, un po’ come negli ospedali, e mentre i luminari non meritano di essere disturbati le crocerossine come Eleonora Daniele accorrono alla prima chiamata. E’ opinione condivisa che da volto rassicurante di UnoMattina si stia tramutando in una Carlucci dei poveri, tanto impeccabile quanto a prova di emozione. La strada da fare è ancora tanta, anche se le va dato atto di non impaperarsi maldestramente come la Balivo.
In tutto questo c’è un reale interesse per le voci e i volti nuovi? Francesco Caponetto in versione Morandi del 15-18, Mattia Da Dalt che riesce a invecchiare ancor di più Leali, Albert Ronzio che fa di Giorgia un’icona gay, Giuseppe Di Paola più karaoke che mai con la sua Banda suona il Rock, Jasmine Kalach già Raccomandata da Carlo Conti (il che è tutto dire), Simona Galeandro con l’ennesima (enfatica) cover di Gloria, Renoir Bellucci già vecchio dentro per colpa dei Pooh, Daniele Minconi altrettanto inespressivo con In Questo mondo di ladri, Sasha Barbot che prende la piega imitatrice di Vasco, Angela Aiello inascoltabile nella versione Ramazzotti al femminile, Donato Santoianni stonato eppure pluriosannato.
Lo sbarbatello di turno si gioca la carta del talento in prospettiva alla Marco Carta, con fattezze di street-boy e totale assenza di tecnica. Le ragazze, invece, giocano con i virtuosismi da prime della classe di canto (dopo aver pagato profumatamente lezioni di autostima). Se il futuro della musica italiana è in Castrocaro allora tanto vale tenersi Albano.
Castrocaro 2008: vince Simona Galeandro e Albano diventa prete