La tv delle strane coppie (non più solo di comici)
Uguali in fortuna, diversi in talento. La ricetta della strana coppia è una delle più longeve dello spettacolo. Prendi due personalità differenti, gioca sulle loro schermaglie e antinomie caratteriali e avrai un perfetto dosaggio di toni pronto per l’uso mediatico. Sarà questa la ricetta della prossima stagione tv, che vedrà Rita Dalla Chiesa accoppiarsi con
Uguali in fortuna, diversi in talento. La ricetta della strana coppia è una delle più longeve dello spettacolo. Prendi due personalità differenti, gioca sulle loro schermaglie e antinomie caratteriali e avrai un perfetto dosaggio di toni pronto per l’uso mediatico. Sarà questa la ricetta della prossima stagione tv, che vedrà Rita Dalla Chiesa accoppiarsi con Garrison per Il Ballo delle Debuttanti, la D’Urso suscitare Fantasia con Laurenti, Pupo badare di sabato sera a Ernestino Schinella e la Daniele destreggiarsi a UnoMattina col puntuale Cucuzza (partecipate al nostro game sulla coppia più promettente della prossima stagione, attivo sino alle 23.59 di giovedì sera).
I primi a capire la forza del duo in una tv sempre più povera di mattatori sono i comici della nuova generazione che, privi di un carisma tale da consentirgli di reggere un palco, fanno leva sul gioco di squadra. Non a caso, ad aver fatto più fortuna nell’era post-Zelig sono le due coppie più brillanti e surreali del baraccone: Ficarra e Picone e Ale e Franz. I primi, forti del buon successo della loro prima esperienza cinematografica, Il 7 e l’8, hanno trovato il loro nuovo pigmalione nell’indiscusso genio di Antonio Ricci, che sulle accoppiate ben assortite ci investe da anni.
E’ così che, dopo anni di cabaret e comicità esilarante, i due intrattenitori si misurano con la conduzione di Striscia la notizia, il tg satirico più inimitabile del piccolo schermo. Peccato che il capellone iper-logorroico prevalga nettamente sulla pacatezza del suo socio fino a oscurarlo in più occasioni, sia in termini di battute che di impatto sul telespettatore. Sarebbe riuscito il timido Picone a spiccare nel panorama comico senza l’apporto esuberante e colorito di Ficarra?
Ben altra sorte è toccata ad Ale e Franz, lanciatisi in un’esperienza sperimentale che fa leva sullo spauracchio di tutti i teatranti: l’improvvisazione pura. In Buona La Prima, sit-show nato dall’adattamento di un format tedesco, non c’è un copione fisso: senza sapere la trama, due semplici amici che dividono un appartamento vanno a braccio su consiglio di un suggeritore diverso per ogni puntata. Indagando su chi faccia la spalla di chi, ne deriva che il più carismatico è sicuramente Alessandro Besentini, quello dalla chioma fulminata e dalla faccia buffa senza il quale l’ordinario Francesco Villa sarebbe semplicemente anonimo
Tra i due, il più soggetto allo sfottò nelle dinamiche del botta e risposta è proprio Ale, la spalla di turno che con il suo apparente vittimismo diventa il vero protagonista. Non è caso, è lui stesso a meritarsi il primo posto nel nome d’arte rispetto allo sbruffone Franz (avete mai pensato a quanto sia indicativo l’ordine di comparizione nel marchio identitario di riconoscimento?).
Altra storia, altro copione per i loro dirimpettai di rete Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, consacrati dalla collaudata co-conduzione delle Iene e ormai sempre più ferrati nel genere della sit-com. Dopo l’innovativa esperienza di Camera Café, che ha cambiato i linguaggi e le prospettive della comedy italiana, li abbiamo visti su Italia1 con La strana coppia. Anche qui cambia il canovaccio, che questa volta è rigorosamente scritto, ma non il soggetto di fondo. La convivenza tra i protagonisti si rivela difficile perchè troppo diversi, ma tra alti e bassi la loro si rivela una divertente sinergia. Un po’ come accade per i personaggi in carne e ossa che li interpretano, reduci da un comune destino professionale sin dai primi passi della loro carriera artistica.
Ora, che entrambi formino un mix pazzesco di sarcasmo e umorismo, non ci piove. Ma siamo sicuri che la coppia avrebbe lo stesso successo senza l’impronta di rottura e verve conferita da Luca? Il fare caustico e tranciante di quest’ultimo, che potrebbe di sicuro risparmiarsi qualche intercalare sboccato di troppo, rappresenta il segreto di un brevetto che avrebbe di sicura vita breve con il fare pacato e buonista, nonché tendente all’accessorio, di Paolo. Se Luca diventa un attaccabrighe, Paolo fa l’accomodante, se Luca incarna l’impenitente donnaiolo dichiaratamente maschilista, Paolo è un bravo ragazzo che ha messo su famiglia. Quando si dice, il diavolo e l’acqua santa che, senza un pizzico di cattivismo, non andrebbero troppo lontano. Che la loro formula inizi a dare segni di stanca, visto che sarà un Fabio De Luigi qualsiasi a soppiantarli alle Iene?
continua…