La brutta fine di Un medico in famiglia: far fuori Nonno Libero per questioni di budget
Chi entra e chi esce. Un Medico in Famiglia 6 sarà peggio di un reality show perché a Casa Martini non c’è più spazio per tutti (partecipate al nostro provocatorio game votando chi volete eliminare). Stiamo parlando della stagione dei grandi ritorni, di quelli che si riaffacciano con la coda tra le gambe più per
Chi entra e chi esce. Un Medico in Famiglia 6 sarà peggio di un reality show perché a Casa Martini non c’è più spazio per tutti (partecipate al nostro provocatorio game votando chi volete eliminare). Stiamo parlando della stagione dei grandi ritorni, di quelli che si riaffacciano con la coda tra le gambe più per batter cassa che per reale gratitudine. Parlano tutti di un finale in bellezza, ma sembra tutto un grosso business. Prendete il povero Nonno Libero, che si è preso sulle spalle onori e oneri del marchio soprattutto nelle fasi più critiche: da quest’anno è costretto da farsi da parte per questioni di budget.
In pratica le sceneggiature le sta scrivendo un commercialista, spinto da un problema di fondo: Lino Banfi deve parcellizzare la sua presenza per mantenere una famiglia che si è riallargata. Il figliuol prodigo Giulio Scarpati, superato il trauma dell’idenficazione con Lele Martini e di diversi flop seriali, torna solo “alle sue condizioni”, ciò che si metta la parola fine. Gli stessi Ugo Dighero e Pietro Sermonti avranno pretese economiche “diverse” da quelle degli indiani, gettati via come scarpe vecchie. E poi ci sono i martiri che hanno resistito dall’inizio alla fine senza battere ciglio.
A rimetterci in questo resa dei conti dovrà essere il pubblico, costretto a veder sacrificato questo nonno titanico e devoto al parentame. Visto che siamo davvero giunti alla frutta, l’attore pugliese avrebbe chiesto di morire dopo tre puntate, così da levare alla produzione ogni impaccio. Ma poi c’è stato l’ennesimo ripensamento:
“Ad un certo punto mi convinsi di fare tutte le puntate, alla stessa cifra di due anni fa, senza alcun aumento. Ma, dopo aver fatto i conti, mi fecero capire che se io ne avessi fatte meno di 13, da quei soldi che risparmiavano riuscivano a pagare quelli che rientravano, perchè il cast quest’anno è numeroso. Alla fine ci siamo messi d’accordo per sette puntate. La cosa importante era far capire agli amanti della serie perchè Banfi non c’è nelle altre sei puntate, mica si può dire per risparmiare perchè non è credibile. Ho proposto di fare le prime sette e non le successive, parlando di una partenza o altro, ed invece loro mi vogliono spalmare a singhiozzo fino alla fine, e non so se è giusto perchè può confondere la gente”.
Una brutta fine per una delle serie italiane più amate, da cui trarre la conclusione che per gli anziani non c’è mai rispetto, neanche in tv.