TvBlog consiglia: Californication
Se House fosse uno scrittore, chi sarebbe? Semplice: Hank Moody! Le somiglianze ci sono: sarcasticamente affascinanti, in un mondo tutto loro al quale l’accesso è garantito a pochi eletti, e la dipendenza. Uno dal vicodin, l’altro da alcol e sesso. Insieme farebbero una bella coppia, insomma.Però Moody, che col suo “Californication” (gallery) debutta su Italia1
Se House fosse uno scrittore, chi sarebbe? Semplice: Hank Moody! Le somiglianze ci sono: sarcasticamente affascinanti, in un mondo tutto loro al quale l’accesso è garantito a pochi eletti, e la dipendenza. Uno dal vicodin, l’altro da alcol e sesso. Insieme farebbero una bella coppia, insomma.
Però Moody, che col suo “Californication” (gallery) debutta su Italia1 stasera alle 00:10 -con 12 puntate già andate in onda su Jimmy, di cui ci aveva già parlato Malaparte-, un tentativo di migliorare la propria vita lo fa: capisce di aver sbagliato a non aver insistito con l’ex Karen (Natascha McElhone), madre di sua figlia Becca (Madeleine Martin) –l’adorabile Becca, aggiungerei-, nel salvare il loro rapporto fuori dagli schemi ma molto più sincero di molti tra quelli che vediamo tutti i giorni.
Eppure, Hank, sa come distrarsi. Sesso ed alcol, dicevamo, con tanto di “incidenti di percorso”, che non vi sveliamo ma che già da stasera conoscerete. Un personaggio così, può essere apprezzato da qualcuno? Certo: il suo ultimo libro –quello che scrisse prima della crisi creativa che ora lo attanaglia- è addirittura diventato un (pessimo) film, e tra i fan c’è anche la figlia del nuovo compagno di Karen, Mia (Madeline Zima: sì, è proprio la tenera Grace de “La Tata”).
“Californication” nulla ha a che fare con la canzone dei Red Hot Chili Peppers (che anzi hanno agito per vie legali per l’uso fatto del titolo), ma gioca sullo Stato in cui si svolge la storia –non tanto amato dal protagonista, che rimpiange New York- e sul finale di parola, quel “-fornication” che poco lascia all’immaginazione.
Così come alcune scene che coinvolgeranno Hank ed il suo amico-agente Charlie (Evan Handler, era marito di Charlotte in “Sex and the City”), a volte tendenti alla volgarità gratuita ma che servono ad immedesimarci meglio nell’universo del protagonista, e soprattutto nel suo stato d’animo.
La condizione di Hank, infatti, ovvero quella dell’ossessionato dal passato che non vive il presente e sputa sul futuro, è, volenti o nolenti, quella di molti di noi. Certamente un filo di estremizzazione che renda il tutto più accattivante e “commerciabile” sul mercato televisivo c’è, ma in fondo, lo stato esistenziale apparentemente senza via d’uscita in cui si trova il personaggio interpretato da David Duchovny (che forse proprio per questo si è ritrovato lui stesso costretto ad andare in riabilitazione per dipendenza da sesso) rispecchia le nostre paure, il nostro rifuggire da una realtà a volte meschina e nemica, che poco ci sorride se non per darci un’altra pugnalata.
Eppure, un motivo per affrontare questa sfida c’è, e tutti noi ogni giorno cerchiamo di capire quale sia. Anche Moody ci proverà, e noi siamo tutti con lui perché ci riesca, tra un capitolo e l’altro del suo romanzo meglio riuscito: sé stesso.
[la gallery dell’episodio pilota di “Californication”]