Editoriale /2
Sì, avete ragione, in effetti la foto, qui, non è il massimo dell’eleganza. Ma sta lì apposta, per provocare, mi pare ovvio. Lei, lei è Joan Rivers. Non che questo giustifichi qualcosa, percarità. Stiamo solo parlando di uno dei personaggi televisivi più noti del mondo anglofono. Una donna che a settantacinque anni si fa fotografare
Sì, avete ragione, in effetti la foto, qui, non è il massimo dell’eleganza. Ma sta lì apposta, per provocare, mi pare ovvio. Lei, lei è Joan Rivers. Non che questo giustifichi qualcosa, percarità. Stiamo solo parlando di uno dei personaggi televisivi più noti del mondo anglofono. Una donna che a settantacinque anni si fa fotografare senza troppi mezzi termini con il dito medio alzato – è una gag che fa parte del suo nuovo spettacolo teatrale, che ha presentato all’Edinburgh Festival Fringe, e non si tratta di un programma televisivo, come avrete letto, riportato erroneamente, su noti rotocalchi e giornali nostrani -; poco tempo prima, la Rivers aveva definito in un talk show britannico (Loose Women, ITV1) Russel Crowe fucking shit. Ed era stata cacciata dallo stesso. Era in diretta.
Joan Rivers (al secolo Joan Alexandra Molinsky) è un personaggio che di certo non le manda a dire, signori miei, e nonostante certe boutade, nonostante sia la donna più chirurgoritoccata d’America, resta sulla cresta dell’onda e ha una forza comico-eversiva che solo l’umorismo jewish newyorkese può avere. Joan Rivers, a settantacinque anni, afferma di poter dire tutto quello che le pare. E può farlo, sì, perché ha una carica eversiva che viene adeguatamente bilanciata dall’autoironia e dal cervello.
Cosa c’entra con la tv nostrana, vi chiederete voi?
C’entra. Perché con oggi, lunedì 8 settembre, iniziano definitvamente le grandi sfide stagionali, e sarebbe bello avere gente che non le manda a dire, in televisione. No, per carità, non sto chiedendo volgarità fine a se stessa: di quella ce n’è fin troppa.
Sto mendicando concorrenza vera, anche aggressiva. Sto mendicando chiarezza e forza eversiva allo stesso tempo. Gerry Scotti centra quasi il problema, con le sue dichiarazioni, ma non arriva al nocciolo. Non parla di un sistema televisivo drogato, in cui non basta che la RAI smetta di seguire la politica di Mediaset: bisognerebbe che la politica smettesse di imbrigliare la RAI.
In sostanza, Mediaset farà il suo. La RAI cercherà di non affogare rincorrendo e vincendo dove può, e la concorrenza (non) vera arriverà, con i due significati di politica ben attivi a peggiorar le cose. Non arriverà invece la concorrenza dell’osare, perché per osare bisognerebbe essere completamente liberi.
Questo almeno è quel che appare dai primi scampoli di televisione autunnale. C’è Miss Italia, sì, che parrebbe restare – con l’aplomb di Carlo Conti, mai fuori posto – un lido felice. Almeno in apparenza, sia chiaro: hanno persino abolito le inquadrature da dietro per evitare i fondoschiena delle Miss. Come se fossero qualcosa di cui vergognarsi, i fondoschiena.
La sensazione è che presto il dito medio della Rivers ci sembrerà un gesto fine e raccomandabile. Anzi. Ad avercene.