Piazza Infante, Scalo Mtv, la Senette allo specchio: qualcosa è cambiato? Sì, in peggio
La nuova RaiDue mantiene immutate le pecche identitarie della vecchia. Ma con un aggravante: mentendo al pubblico. Si promette un appuntamento quotidiano con le morning news, quasi illudendoci di un contenitore all’americana sempre sulla notizia. E invece? Ci si ritrova un Michele Guardì che annuncia la sua nuova pacchianata d’epoca. E’ ufficiale: Milo Infante è
La nuova RaiDue mantiene immutate le pecche identitarie della vecchia. Ma con un aggravante: mentendo al pubblico. Si promette un appuntamento quotidiano con le morning news, quasi illudendoci di un contenitore all’americana sempre sulla notizia. E invece? Ci si ritrova un Michele Guardì che annuncia la sua nuova pacchianata d’epoca. E’ ufficiale: Milo Infante è l’ennesimo conduttore di belle speranze trasformato in una guida del museo delle cere: ingessato come non l’avevamo mai visto, ha invecchiato le sue chances televisive di dieci anni nell’arco di dieci minuti.
Insieme sul due, al di là del logo patinato e di una rinfrescata allo studio, è la versione pizzosa di Piazza Grande chiusa per lutto. C’è il santo del giorno, l’angolo del 15-18, l’edicola d’ancient regime, con un’unica novità: il leit motiv ‘dove andremo a finire’ è diventato il filo conduttore dell’intera trasmissione. Illudendosi che i problemi del Paese corrispondano alle chiacchiere del vicinato si punta sui filoni del carovita e sulla demagogia spicciola, a metà tra la Buona Domenica di servizio e il clima soporifero di Tutte le Mattine. Anche qui una redazione di cinque giornaliste è arruolata per mansioni da segreteria: annunci, piccoli lanci, interventi preparati. Il massimo della promozione può essere fare l’inviata nel paesello in collegamento, sognando di lavorare per La Vita in Diretta.
Se poi ci dicono che Piazza Infante e la Senette allo Specchio sono nati da una costola dell’Italia sul Due, c’è da rimpiangere di gran lunga la dipartita di quest’ultima. Prima assicurano che il nuovo marchio pomeridiano rinuncerà al gallinaio da talk show e poi invitano Mara Maionchi, nel consueto spazio sulle diete che fa da preludio all’inizio dell’Isola. In pratica hanno cambiato un titolo per giustificare il peggioramento della conduzione, alla mercé di un’ambiziosa giornalista priva di carisma e bisognosa di un valido partner al suo fianco (com’è sempre stato finora).
Insieme sul Due, Scalo 76 Cargo e Italia allo specchio
Anche qui, per darsi un tono, ci costringono a sorbirci la telenovela di Anna Maria Franzoni, evergreen di un’attualità che non offre nuovi polli da spennare. Siamo sicuri che non c’è da rimpiangere del buon gossip, se l’alternativa è la trattazione morbosa di fatti ritriti e ritriti, senza che si aggiunga nulla di nuovo sul profilo giornalistico?
In tutto questo la fascia più amata dalle massaie ha come traino un programma da Mtv (ma degli anni ’90). Scalo 76 Cargo riesce in quaranta minuti a esasperare una valanga di stereotipi giovanilisti. Federico Russo e Chiara Tortorella, paradossalmente ancor più di Bossari e della Corvaglia, continuano a recitare il necrologio del vj senza dare alcuna prova di personalità. A ribadirgli i loro limiti è la conferma di Paola Maugeri per le interviste, quasi che loro non ne siano capaci pur avendo lavorato ugualmente a Mtv e All Music.
Tre conduttori per quaranta minuti è davvero troppo, soprattutto se la coppia è costretta a dividersi il lancio del video musicale o della rubrichetta su Youtube. Vada per gli sforzi sperimentali, ma una striscia quotidiana a base di servizi di repertorio e amarcord di X Factor si autovota al massacro annunciato. Che sia registrato o no non se ne accorgerebbe nessuno.
Si inviano suggerimenti, che so un’Alda D’Eusanio messa alle 14.00 facendo meglio della Balivo o uno Scalo76 posticipato alle 17.00 senza troppo ferire. Meditate, dirigenti, meditate.