Nuovo Affari Tuoi: Max Giusti non presenta, imita
Lo ha detto e lo ha fatto. Max Giusti ha davvero preso ispirazione dai suoi predecessori: il fare beffardo di Bonolis, le doti comiche e attoriali di Flavio Insinna e un certo spirito partecipativo per i concorrenti preso da Pupo. Evidentemente sta nella natura del nuovo conduttore di affari tuoi l’imitazione, l’emulazione. Questo fatto non
Lo ha detto e lo ha fatto. Max Giusti ha davvero preso ispirazione dai suoi predecessori: il fare beffardo di Bonolis, le doti comiche e attoriali di Flavio Insinna e un certo spirito partecipativo per i concorrenti preso da Pupo. Evidentemente sta nella natura del nuovo conduttore di affari tuoi l’imitazione, l’emulazione. Questo fatto non comporta nulla: nulla infatti sembra essere cambiato.
Lo studio, trasformatosi in teatro, offre un nuovo respiro alla trasmissione. L’assenza dello sgabello e l’essenzialità ancora più forte dello studio offrono mille spunti di movimento, e Max li usa tutti con grande frenesia (e si vede dal copioso sudore appezzato dietro la giacca che riesce a battere anche i vecchi padroni di casa). Un divano più grande, il notaio in una postazione rialzata e nessuna particolare modifica al sistema di gioco.
E’ stato introdotto un secondo pacco incognito, il pacco Y, che aggiunge un maggiore elemento di tensione, mentre al posto dell’animaletto da trovare nei primi 3 pacchi, con relativo montepremi, si è trasformato nella ricerca di un personaggio famoso. In questo caso, di Cristiano Malglioglio in una simpatica versione computerizzata. Quando viene aperto un pacco X o un pacco Y il concorrente deve estrarre due buste e timbrarle per definire quale appartenga alla prima e quale alla seconda incognita.
Per andare un po’ più specifico nell’elaborazione dei contenuti di conduzione, Max ha coniato alcune espressioni come “Apri senza aprire” e riti come l’acuto di Albano, la copertura a X sullo schermo dei pacchi rossi, l’apertura a terra dei pacchi delicati sedendosi con le gambe incrociate, il break con suoni da pugilato per detergere il sudore e l’annuncio del concorrente attraverso la sua perfetta padronanza dei dialetti italiani. Max ci fa sentire subito a casa, ma tranquillizza, non stupisce. Ma non c’era bisogno di un nuovo personaggio?
Buon impatto emotivo nella chiusura del gioco con le luci bassissime, urge l’inserimento di cartelli con il nome per i concorrenti e offerte di uscita dal gioco degli autori che non rispecchino tabelle fisse e uguali da sempre. Offrire pochissimo quando ci sono anche grosse cifre in palio, non crea nemmeno un secondo di attesa e riflessione. La tortura psicologica di Pasquale Romano deve evolversi, aggiungere qualche nota di colore. E un suggerimento a Max Giusti: quando inizi un programma dalle grandi aspettative di ascolti non dire alla concorrente “L’importante è che vinci, il resto non mi interessa”. Qualcuno potrebbe non crederti.