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America’s Got Talent: i punti di forza dello show

Ad agosto vi abbiamo annunciato l’inizio di un nuovo programma in onda su Sky Show, “America’s got talent”, il people show che presenta provini su qualsiasi disciplina artistica esistente (o inedita). Sarebbe stata sufficiente la descrizione del format generale, ma visionando il prodotto in onda da ieri sera nella sua prima puntata trasmessa in versione

di aleali
9 Ottobre 2008 07:00


Ad agosto vi abbiamo annunciato l’inizio di un nuovo programma in onda su Sky Show, “America’s got talent”, il people show che presenta provini su qualsiasi disciplina artistica esistente (o inedita). Sarebbe stata sufficiente la descrizione del format generale, ma visionando il prodotto in onda da ieri sera nella sua prima puntata trasmessa in versione short di un’ora, urge sottolineare i punti di forza stilistici, e non solo strutturali, del format.

Partiamo dai giudici, ed è subito confronto con X Factor Italia: Piers Morgan, David Hasselhoff e Brandy Norwood oltre ad essere tre personalità stridenti e contrastanti (quindi creando un mix perfetto) utilizzano un linguaggio di giudizio che sembra scritto: parole originali, emozionanti, finemente offensive vengono snocciolate con grande naturalezza. Ecco, da queste parti i giudici in generale, ma ad X Factor per analogia di format in particolare, di stoccate retoriche se ne sentono molte meno.

Interessante è anche la gestione delle regole: i tre giudici possono interrompere l’esibizione se tutti e tre ritengono che ciò che si è visto sia sufficiente schiacciando un tasto rosso, segnalato in modo vistoso con una x sul palco. In alcuni casi, può capitare che uno dei tre si impunti per vedere un’esibizione pessima fino in fondo e che gli altri giudici lo costringano ad interrompere lo strazio. Ma non è finita.

Una volta terminata o interrotta l’esibizione i tre scelgono se farlo passare alle successive semifinali, anche se l’esibizione è stata interrotta. E se l’artista non è d’accordo può provare a convincere i giudici sfidandoli e provando a stupirli. Per capirci: le regole sono due, ma le variabili non scritte e comunque valide sono molte di più. Davvero intrigante.