L’ODIO PER LA TV ESPLODERA? CHI CI ACCOMPAGNERA’ ALLA GHIGLIOTTINA?
Sono in giro da qualche tempo, intensamente, per il nostro paese. E scopro la sindrome di una rabbia diffusa. Giro per rassegne più piccole che grandi, minuscoli centri in cima alle montagne o in riva al mare. Paesi, paeselli, villaggi. La vita in apparenza sembra molto tranquilla. Ma se fai tanto di entrare in una
Sono in giro da qualche tempo, intensamente, per il nostro paese. E scopro la sindrome di una rabbia diffusa. Giro per rassegne più piccole che grandi, minuscoli centri in cima alle montagne o in riva al mare. Paesi, paeselli, villaggi. La vita in apparenza sembra molto tranquilla. Ma se fai tanto di entrare in una sala di qualsiasi di questi bocconcini sparsi d’Italia ti rendi conto che è qui dentro, in questi piccoli spazi in terre sperdute, che si sta radicando un odio mostruoso contro la tv . Tutta la tv.
E’ un odio che prende corpo attraverso le generazioni. Odiano i giovani che disertano le tv per rinchiudersi in cinemini o rassegnucce dove si proiettano film, doc, corti o cortissimi che vengono spesso dall’estero, e di cui a volte si capisce male la lingua (un inglese cucinato ad est come ad ovest alla meglio).
Odiano con maggior convinzione le persone di mezza età che non ce la fanno più a reggere la famiglia e le fiction, oltre che i talk show: sono le avanguardie di un pensiero libero o che si sforza di essere tale. Odiano con languore le persone della terza o quarta età che si trascinano pannolini e pannoloni, si siedono in fondo alle sale, tenendosi per mano con la compagna o il compagno (mogli o mariti se ne sono andati all’aldilà o sono usciti per comprare le sigarette e non sono mai più tornati). Odiano con furore, rabbia, passione quando decidono di prendere la parola. Hanno quasi sempre ragione. Ripetono quel che anche in questo tv blog viene detto, e stradetto, con un linguaggio serio e sibilante. Chi sono?
Sono studenti, lavoratori in cassa integrazione, pensionati, nullafacenti, artigiani di varie età che si sono rotti scatole e occhi nel guardare le tv mentre cuciono o fanno i capelli o passano la vernice. E’ gente che a poco a poco dalle campagne, dalle montagne, dai paesi si stanno avvicinando- nel senso che trovano alleanze sempre più- alle periferie delle grandi città e all’interno delle città. Sono, forse, i sans culottes che rullano parole e sognano di invadere gli studi, gli uffici, le fortezze di Rai e di Mediaset per trascinare i colpevoli a loro giudizio (tutti, nessuno escluso, neanche i beniamini di questo o quel genere) per le strade, costringedoli alla gogna su carrette che si avviano a ghigliottine (non quella di Carlo Conti e dell'”Eredità”) che altri hanno stanno per alzare nelle piazze. Per fare giustizia, per fare piazza pulita.
Esagero per amor di paradosso. Ma,credetemi, nei miei giri ancora in corso la tendenza a una protesta funesta sta dilagando, si tratta di un odio impotente che si traduce in invettive o sarcasmo, in abbonamenti non pagati alla Rai, in indici di ascolto negati, in diserzioni minime di oggi che potrebbero diventare maggioranza in un domani.
Quale domani? L’odio viene dall’incertezza, anche. Dal digitale che si prefigura e fa sorgere domande a chi non sa che significa. Dal calo degli introiti, dalla scarsità della pubblicità che affatica il passo già greve della Rai, dai flop mezzi o interi della fiction e dello spettacolo delle tv commerciali, Mediaset in testa, munte e smunte all’infinito.
Credetemi, la tv è in difficoltà, spesso è disperata, perchè sente quest’odio, e non sa farvi fronte.
Rullano i tamburi, le tricoteuses sono sotto i palchi delle ghigliottine e preparano i cesti foderati di lana per ospitare le teste.
Ma quali teste? Ecco una prima domanda più che paradossale in una tv che conferma se stessa e non vede che se stessa. Per questa è odiata. La vedono e la odiano. Ecco un altro paradoso.
Ghigliottina!
ITALO MOSCATI