La scuola di Ernestino – Volami nel cuore
Ma… quale può essere il target di una roba del genere?Questa la domanda di un amico col quale, commettendo uno dei più gravi errori che si possa commettere quando si scrive di tv – o la si fa – per lavoro, mi ritrovo a vedere per caso – per sbaglio, appunto – un pezzo della
Ma… quale può essere il target di una roba del genere?
Questa la domanda di un amico col quale, commettendo uno dei più gravi errori che si possa commettere quando si scrive di tv – o la si fa – per lavoro, mi ritrovo a vedere per caso – per sbaglio, appunto – un pezzo della puntata ancora in onda di Volami nel cuore.
Per inciso, l’errore grave è l’accendere la televisione generalista il sabato sera per motivi non dettati da doveri professionali. Errore clamoroso, visto che il sabato la generalista si veste di trash per l’occasione, e riesce a dare, se possibile, il peggio del peggio di sé.
Detto ciò, quel che si presenta ai nostri occhi è l’aberrante – non trovo altri termini per definirla – gag dal titolo La scuola di Ernestino.
Spuntano, vestiti da studentelli fra i banchi, oltre ai due conduttori sempre più simili – un po’ come certi padroni che assomigliano ai propri animaletti da compagnia – Alvaro Vitali, Fausto Leali che alla schiena ha un paio d’ali (sic!) e che mi fa chiedere, prontamente, perché Riccardo Fogli non sia sommerso dai fogli. Ma no, per lui c’è la battuta bravo, sette più. Anzi, sette Pooh (cercando su internet, poi scopro che ci fu la battuta Leali fa volare i Fogli) e altri individui che non mi va di elencare per pigrizia. Alcuni di essi escono da vari altri zoo televisivi. Pistarino fa il bidello.
La gag si dipana per un lunghissimo quarto di blocco di imbarazzo: rimango ipnotizzato a osservare e a chiedermi come ne usciranno. Ne escono in caciara, dopo l’ingresso dei Fichi d’India, travestiti da signore di mezza età come nella peggior tradizione bagaglinesca.
Un’ottima idea, quella della gag sulla scuola, in questi tempi gelminiani.
Battute imbarazzanti che vanno sottolineate per essere capite, o che se capite generano ancor più imbarazzo. Una serie di situazioni che non hanno né capo né coda, che non fanno ridere mai, nemmeno per dispetto, nemmeno per dispiacere, nemmeno per errore.
Quale può essere il target di questa roba?
Le barzellette di Pierino-Vitali in diretta, col fischio o senza? Biagio Izzo? La trippa che intruppa la truppa? Chi può guardare questa roba che affonda le proprie radici negli anni ’70 e non si schioda da lì riuscendo a fare addirittura peggio?
Chi può veramente guardare tutto ciò? Io non ho una risposta. Ma un’altra domanda, questa sì. Chi può pensare che alla gente possa piacere tutto ciò?