Talpa, Amici e Isola: tre (ri)edizioni dello scandalo
La Talpa si allunga, l’Isola dei Famosi sopravvive a Montalbano, le liti tra i professori di Amici vincono la sfida della domenica pomeriggio… Come giustamente preso atto da Alessandra Comazzi sulle pagine de La Stampa, il reality ha superato la sua crisi ed è più vivo e vegeto che mai. Nonostante il varietà sia passato
La Talpa si allunga, l’Isola dei Famosi sopravvive a Montalbano, le liti tra i professori di Amici vincono la sfida della domenica pomeriggio… Come giustamente preso atto da Alessandra Comazzi sulle pagine de La Stampa, il reality ha superato la sua crisi ed è più vivo e vegeto che mai. Nonostante il varietà sia passato al contrattacco sul versante nostalgia, il suo principale rivale difende le proprie posizioni con l’arma imbattibile dello scandalo. E’ il caso, dunque, di analizzare la chiave del successo di tre marchi di nuovo generazione, che nelle loro ennesime “ri-edizioni” continuano a catturare pubblico.
Partiamo con Amici, che quest’anno si trova a combattere la sfida più dura: trovare il giusto equilibrio tra talent show foriero di bassi ascolti e reality portatore insano di trash. La scuola di Cinecittà, giunta al suo ottavo anno di vita catodica, è per la prima volta consapevole dell’alternativa X Factor, che pur avendo riportato tiepidi riscontri (finora) sul profilo televisivo ha vinto la sua vera missione: lanciare almeno uno dei suoi partecipanti sul vero mercato discografico. Che non è solo quello di Mtv o di Itunes, ma lo stesso in cui gareggiano mostri sacri come Ligabue e Jovanotti e in cui Giusy Ferreri ormai alberga a pieno diritto.
Non a caso da quest’anno ad Amici ci sono i cantautori. Non a caso la classe presenta più elementi votati al fuoco sacro dell’arte che alla polemica: c’è la voce timidamente pazzesca di Luca Napolitano, c’è il talento old-fashioned di Valerio Scanu, c’è il ritmo nel sangue di Leonardo Monteiro, ci sono le impeccabili performances – degne delle ballerine di Amici di una volta – di Alice Bellagamba. La media di liti tra i ragazzi è pressoché irrisoria rispetto alle due precedenti annate, che sin dalle prime settimane si sono distinte per veleni e risse. E allora gli autori che fanno?
Sfruttano la miccia della rivalità tra gli insegnanti, ormai divenuta l’unica soluzione per cavalcare l’onda del reality show senza intaccare la reputazione degli allievi. Se il vero Amici – quello che fa incetta di ascolti – vede Garrison e la Celentano litigare nei camerini come farebbero due giurati di X Factor, i ragazzi sono diventati puro pretesto, ora da preservare per tenere alto il nome del marchio ora da fomentare perché ci sia, in ogni caso, “qualcosa di cui parlare”.
Dopo qualche assetto di tiro per scongiurarne il funerale, a causa di una formula macchinosa e inflazionata dall’overdose del weekend, Amici è ancora trionfante sul piano dell’Auditel. Eppure nei telespettatori c’è la consapevolezza che con Marco Carta si sia chiuso un cerchio, oltre il quale non c’è molto da scoprire e desiderare per questi ragazzi. Persino il musical non è più un’Isola felice, o almeno non quanto quella di RaiDue. Chi può negare che ci siano più possibilità di sfondare nella recitazione per un Alessandro Feliù che per un attore di Amici?
L’Isola dei Famosi 6, partita come spesso accade sottotono, sta facendo il record di ascolti al daytime e calamitando l’opinione pubblica con scandali dalla portata internazionale. La trovata di sfruttare il filone cosmopolita Ivana Trump ha dato i suoi frutti e ora l’interesse generale non è più rivolto al vincitore o alla lotta per la sopravvivenza in sè, ma a un presunto tradimento consumatosi nel reality.
Ormai l’Isola si è trasformata in un Festival della mondanità a cadenza settimanale, con superospiti di grido alle prime puntate che non si “abbassano” alla gara e un cast meno blasonato ma dalle prospettive inaspettate. La vera Isola non l’hanno fatta i cachet spropositati di Flavia Vento e Massimo Ciavarro, ma personaggi meno quotati mediaticamente eppure dalla sicura resa come il bidello Carlo Capponi e il mantenuto Rossano Rubicondi.
Se in quel dell’Honduras si difende una parvenza di verità grazie alla discreta naturalezza dei meccanismi autoriali, a La Talpa 3 c’è tutt’altra regia: chi ci lavora è bravo e e vuole che si sappia. Il clima di storyline costruita a tavolino diventa lampante, ma è realizzato così sapientemente da porsi a metà tra una puntata di CentoVetrine e un settimanale di gossip. Non a caso si sono fusi il cast di Star+Tv e quello di Visto, servendo sullo stesso piatto reduci dal Gf ed ex-tronisti per un mix letale.
A La Talpa abbiamo visto in scena le grandi saghe romanzate della contemporaneità, dal triangolo delle corna Simona Salvemini – Filippo Bisciglia – Pamela Camassa a quello di Edipo Cristiano Angelucci – Salvatore Angelucci – Karina Cascella. Quest’ultima, in particolare, è stata la vera variabile impazzita dell’edizione in corso, contribuendo in modo follemente professionale alle peggiori dinamiche da reality (a tal proposito Uomini e Donne fa curriculum).
Per un prossimo anno potremmo suggerire i nomi di Guendalina Canessa, Paola Frizziero e Giovanni Conversano ai responsabili del casting. Perché ci sarà una prossima Talpa, come ci sarà un’altra Isola e ci saranno dei nuovi Amici nemici. Finché la Cortellesi fa flop in prime time non abbiamo altra scelta.