Severgnini contro la Ventura e gli opinionisti dei reality
Parole dure quelle di Beppe Severgnini ieri sera alle Invasioni Barbariche di Daria Bignardi. Tutto parte da una veloce associazione di idee: definizione e nome noto relativo.Ci appoggeremo presto ad un video qualora venisse pubblicato. Ma le parole dette, con una citazione argomentata e necessariamente non troppo fedele, erano piuttosto semplici. Alla definizione “persona socialmente
Parole dure quelle di Beppe Severgnini ieri sera alle Invasioni Barbariche di Daria Bignardi. Tutto parte da una veloce associazione di idee: definizione e nome noto relativo.
Ci appoggeremo presto ad un video qualora venisse pubblicato. Ma le parole dette, con una citazione argomentata e necessariamente non troppo fedele, erano piuttosto semplici. Alla definizione “persona socialmente dannosa”, il giornalista associa il nome di Simona Ventura. La conduttrice dell’Isola dei Famosi era da lui molto ammirata in passato come giovane promessa della tv italiana, ma l’opinione oggi è più che stravolta: la accusa di fare ramanzine in modo moralista ma su temi amorali, quindi tenterebbe di rivendicare i contenuti della dottrina sul comportamento umano anche laddove essa non fosse contemplabile.
Il vero problema per l’autore del nuovo libro “Italians – Il giro del mondo in 80 pizze” è molto più generale: la parte dannosa dei reality non è ciò che viene mostrato ma i contenuti di chi dice la sua sugli eventi, gli opinionisti. Perché? Perché farebbero un cattivo servizio alla società adottando un comportamento accusatorio senza dovuti fondamenti che, secondo lui, creerebbe confusione nei giovani.
I Giurato e i Tonon della situazione (per intenderci con miei esempi recenti) sarebbero quindi personaggi che ancor prima dei protagonisti dei reality avrebbero un ruolo dannoso per il pubblico. Per farsi capire meglio, Severgnini fa riferimento a Tagliariol che partecipando ad un reality per questioni prettamente economiche (visto che il mestiere sportivo e la carriera che culmina nelle Olimpiadi non è così redditizia) non ha nulla per cui essere recriminato.
Un ragionamento, quello di Severgnini, che impone una riflessione nuova e interessante su questo genere televisivo che vive di nuova vita e di parecchia linfa che nasce dallo scandalo. E se lo scandalo (polemizzato con correttezza o meno) è la pietra miliare di questi show, il cerchio si chiude.