Tvblog intervista Mauro Coruzzi (Platinette), nuovo insegnante di Amici. Porterà la cultura musicale e grandi personaggi nella scuola: si comincia con Lorella Cuccarini
Mauro Coruzzi, in arte Platinette, ci ha dedicato un po’ del suo tempo per parlare di vari argomenti, a partire dalla nuova esperienza nella scuola di Amici di Maria De Filippi come insegnante – “di supporto”, come si definisce lui – di storia della musica italiana. Una lunga e piacevolissima chiacchierata che abbiamo diviso in
Mauro Coruzzi, in arte Platinette, ci ha dedicato un po’ del suo tempo per parlare di vari argomenti, a partire dalla nuova esperienza nella scuola di Amici di Maria De Filippi come insegnante – “di supporto”, come si definisce lui – di storia della musica italiana. Una lunga e piacevolissima chiacchierata che abbiamo diviso in due parti. Nella prima si parlerà proprio della nuova avventura, di come sia partita e di come si svilupperà nei mesi a venire, con molte anticipazioni. Nella seconda invece, più generale, parleremo ancora di Amici, ma anche di X Factor e Ballo delle debuttanti, con qualche sorpresa. Non perdetela.
Hai iniziato da poco una nuova avventura nella scuola di Amici. Com’è nata l’idea di diventare insegnante di storia della musica italiana nel talent show?
Avendo fatto una lunga tournée con i ragazzi delle edizioni precedenti per A un passo dal sogno e avendo convissuto con loro per diversi mesi, mi rendevo conto man mano che passavamo del tempo insieme, che ben poco sapessero del passato e, cosa che mi ha lasciato un po’ allibito, che non ci fosse poi molta curiosità. La mia formazione ad esempio è stata molto differente. Quando avevo un idolo volevo sapere tutto, andavo a ricostruirmi la sua storia, mi procuravo dei dischi che magari non conoscevo ancora. Questo non l’ho percepito nei ragazzi, come appunto non ho percepito una cultura musicale, ad esclusione di qualcuno come Federico Angelucci, un ragazzo interessato e un collezionista meticoloso. Queste sono le considerazioni che ho fatto in occasione di quell’esperienza…
E da lì ad arrivare ad Amici? Hai parlato di questo con Maria De Filippi?
Non ricordo esattamente in quale occasione, forse a Roma a teatro per la chiusura della tournée, ma per caso ne ho parlato a Maurizio (Costanzo, ndr). Gli ho detto: “Strano che questi ragazzi abbiano così poco interesse verso l’argomento, sarebbe bello poter approfondire un po’ con loro”. Poi il discorso è “morto”. C’è stata l’estate di mezzo e poi improvvisamente mi ha chiamato Maria dicendomi: “Mio marito è ubriaco o tu gli hai detto che ti piacerebbe provare a spiegare certe carriere ai ragazzi e a ricostruire certi percorsi professionali in ambito musicale?”, essendo questa una mia competenza specifica. L’ho rassicurata sul fatto che suo marito non beve ed è nata quindi così, da questa constatazione, l’idea di provare a fare questa esperienza.
Qual è il vostro programma ora? Come si svolgeranno le lezioni?
E’ già andato in onda una prima chiacchierata, un incontro con gli alunni della scuola e poi da dicembre inizieremo anche gli incontri con gli ospiti. Mi piacerebbe portare ai ragazzi dei personaggi che per me hanno avuto della carriere significative, con i quali loro si possano confrontare. Sul fronte della musica oggi non c’è poi molto di nuovo. Si parla dei ragazzi soprattutto per la loro età, ma da Gigliola Cinquetti, a Rita Pavone, ad Anna Oxa, hanno tutti iniziato che avevano 16-17-18 anni, non sono certo dei fenomeni i ragazzi di oggi perché così giovani. L’unica differenza è che oggi hanno un programma televisivo che è la scuola di Amici e allora non c’era. Mi sono definito una sorta di “insegnante di supporto” per un doposcuola, quindi non un insegnante vero e proprio, cosa che non sono. Racconto loro quello che è accaduto a me, racconto degli aneddoti, la libreria che ho in testa di incontri. Anche perché ho sulle spalle oltre 30 anni di uffici stampa, di contatti con gli artisti, di amicizie personali molto forti.
E qual è la prima impressione che ti hanno fatto questi ragazzi? Ti sembrano “ricettivi”?
Sì e ti dirò, ho anche pensato di aver fatto un peccato di presunzione, di sufficienza. Perché o sono “terrorizzati” dall’essere giudicati ignoranti oppure hanno proprio un interesse reale, come quando ho raccontato loro di come hanno iniziato Mina e Patty Pravo…vedo che rimangono un po’ a bocca aperta come se gli stessi raccontando la favola della buonanotte. Nessuna delle due era una professionista al tempo. Mina che si mette a cantare a squarciagola di notte durante una vacanza, l’altra che balla in un locale e viene notata…
Queste sono cose che gli allievi non sapranno di certo, ma forse nemmeno molta “gente comune”. Magari attraverso la tv potrebbero ricevere lezioni non solo i ragazzi della scuola.
Una considerazione che ho fatto con gli autori del programma è che anche un percorso rivissuto attraverso le mie parole e i miei ricordi e aneddoti è sì per i ragazzi della scuola, ma anche per i genitori a casa che riportano a galla qualche ricordo della loro giovinezza.
O anche per tanta gente che ha voglia di approfondire la conoscenza musicale, sperando che le lezioni vengano trasmesse e non si perda troppo tempo con le liti che troppo spesso la fanno da padrona.
Quest’anno le discussioni tra i ragazzi mi sembrano molto assenti. Io seguo i day-time e vedo l’atmosfera della scuola venendo a Roma una volta in settimana per qualche ora e trovo che sia tutto un po’ più “rientrato”. Forse esplode durante le dirette più importanti e soprattutto mi pare che riguardi più i professori che gli alunni.
Hanno avuto tutti la tua stessa impressione.
Sì, gli insegnanti sono sempre più protagonisti. Per carità, per quanto io adori la discussione anche accesa, ho cercato di far capire ai ragazzi che la mia presenza nella scuola era dovuta al bagaglio di esperienze che posso offrire loro, verificare se c’era un interesse e approfondire il discorso. Con me non hanno nessuna prova da superare, io non ho niente da “insegnare” e loro hanno solo dei compiti, come facevano i maestri di una volta. Ne do loro uno tutte le settimane. Nel primo dovevano segnalarmi tre artisti e canzoni o album che per loro fossero significativi. Perché un artista entra nel mito, nella leggenda, è trasversale, diventa importante? Dovevano scegliere, fare una lista e motivare, più come uno scritto che si fa a scuola. Se la sono cavata molto bene devo dire, citando Mia Martini, piuttosto che inaspettatamente Bruno Lauzi.
Una buona partenza quindi.
Sì, buona. Loro sono soprattutto gasati dall’idea di incontrare i personaggi. Secondo me è doveroso questo contatto tra chi sta facendo una scuola e chi è arrivato in alto in altri modi. Come ha fatto? Qual è stato il suo percorso? Una chiacchierata dove si confrontano diverse esperienze. Mi è sembrato carino iniziare a dicembre gli incontri con quella che per me è il “rettore magnifico” dello spettacolo italiano, Lorella Cuccarini.
Ottima scelta! Personaggio adorato su Tvblog che ultimamente però non azzecca un programma…
Sì, è brutto questo. Ho provato a farle una proposta senza in realtà avere niente da “offrirle”. Deve semplicemente venire nella scuola e sottoporsi a delle domande e raccontare la sua storia. Lorella, formidabile signora quale è, mi ha detto di sì entusiasta, onorata di fare questa nuova esperienza per cui sarà proprio lei la prima. Nella vita ha fatto di tutto e bene, a dimostrazione che volontà e impegno sono un grande punto di partenza. Lei potrà spiegare anche ai ragazzi ad esempio cosa significa stare anni in giro con un musical, come non avere il fiatone quando si canta e si balla; potrà parlare ad esempio di come le coreografie non devono essere prioritarie sul canto, ma debbano essere invece basate su di esso proprio per non ritrovarsi magari una in aria mentre si deve fare un acuto.
In questo caso storia della musica, ma anche della televisione.
Sì, ma in effetti tantissimi artisti che nascono come cantanti hanno avuto poi delle parentesi più o meno lunghe televisive. Per esempio un altro contatto che ho ora, non ancora riuscito, ma che spero vada a buon fine è quello con Rita Pavone, altro personaggio che ha avuto sviluppi su più fronti, tra sabati sera in tv, sceneggiati di una volta eccetera. La Pavone è una delle poche che all’epoca era davvero famosa in tutto il mondo, tanto da poter partecipare a show in prima serata nella tv americana. Un punto di arrivo che la maggior parte della gente nemmeno si sognava. Poi abbiamo già avuto le conferme di un’esperienza più giovane, che è quella di Paola e Chiara. Due ragazze non lontanissime dal punto di vista anagrafico dagli allievi della scuola, con una carriera fresca ma fatta da musiciste vere, perché loro compongono i loro pezzi oltre che cantarli. Hanno avuto una popolarità internazionale inaspettata ai tempi di Vamos a bailar e quindi mi sembravano un buon “referente”.
Hanno anche qualche Sanremo alle spalle, quindi un’altra tappa importante nella carriera di un artista.
Esatto, anche questo è interessante. E poi, virando da tutt’altra parte, prima di Natale ma dopo lo show che andrà in onda su RaiUno, ci sarà Ornella Vanoni. A me questa idea che una signora della sua età sia nei primi posti delle classifiche di vendita ancora oggi e che possa raccontare ai ragazzi cinquant’anni di carriera, fa impazzire. C’è un abisso da un punto di vista generazionale, ma poi prendi l’album di Ornella e rimani un po’ stordito vedendo che ad esempio duetta con Jovanotti e Carmen Consoli. E allora pensi che ci possono essere dei punti di incontro con i ragazzi. Lei poi è così elegante, raffinata, poco popolare e poi invece ci si rende conto che può ancora “sfondare” in questo modo.